Esteri

Trump vs Haley: la resa dei conti in South Carolina si avvicina

20
Febbraio 2024
Di Stefano Graziosi

Somigliano a un Armageddon le primarie repubblicane del South Carolina che si terranno il prossimo 24 febbraio. Come noto, è lì che Nikki Haley si giocherà fondamentalmente il tutto per tutto. Certo: l’ex ambasciatrice all’Onu ha già reso noto di voler restare in corsa almeno fino al Super Tuesday del 5 marzo. Tuttavia è chiaro che il South Carolina rappresenta la sua ultima chance concreta nelle attuali primarie per la nomination presidenziale del Gop. Non solo fu governatrice di questo Stato dal 2011 al 2017, ma ha anche investito pesantemente in loco. Ha quindi assoluta necessità, se non proprio di vincere, almeno di arrivare a pochi, pochissimi, punti di distanza rispetto al frontrunner, Donald Trump. Il problema, per l’ex ambasciatrice, è che all’orizzonte si addensano nubi fosche. Nonostante l’impegno profuso, la Haley, secondo la media sondaggistica di Real Clear Politics, sarebbe attualmente dietro Trump di circa 31 punti nel cosiddetto Palmetto State: uno svantaggio che difficilmente può rivelarsi colmabile nel giro di appena pochi giorni.

Ma a che cosa è dovuta questa situazione tanto sfavorevole? Innanzitutto va ricordato che l’elettorato repubblicano del South Carolina è molto più trumpista di quello del New Hampshire: e proprio l’elettorato trumpista è una realtà con cui l’ex ambasciatrice fa sempre più fatica a entrare in sintonia. D’altronde, già nel 2016 Trump vinse le primarie repubblicane in questo Stato. In secondo luogo, i pezzi grossi locali del Gop – dal senatore Tim Scott al governatore Henry McMaster – hanno dato il proprio endorsement all’ex presidente. In terzo luogo, l’ex ambasciatrice sconta le batoste finora ricevute nei precedenti appuntamenti elettorali: ha conseguito un magro terzo posto in Iowa; si è piazzata seconda in New Hampshire a una distanza di oltre dieci punti dall’avversario; infine, cosa forse più grave, è stata umiliata alle primarie del Nevada, arrivando addirittura dietro l’opzione “nessuno di questi candidati”. Va da sé come tali sconfitte abbiano progressivamente zavorrato la sua campagna elettorale.

Inoltre, ad azzoppare la Haley sta anche il fatto che non sembra avere davanti a sé un percorso praticabile verso la nomination. Secondo Real Clear Politics, in California Trump la sopravanzerebbe di quasi 54 punti, mentre un sondaggio di fine gennaio dell’Università di Houston conferiva all’ex presidente un vantaggio di circa 60 punti sulla rivale in Texas. Un ulteriore elemento da tenere presente è stato riportato dal sito Axios, secondo cui la campagna di Joe Biden sta rilanciando le critiche della Haley contro Trump: un fattore, questo, che contribuisce ad alienare all’ex ambasciatrice le simpatie di ampi strati di elettori repubblicani. Un ultimo aspetto da considerare è la maxi multa da 354 milioni di dollari che è stata recentemente inflitta a Trump a New York. Quale impatto potrebbe avere? Ricordiamo che, l’anno scorso, l’ex presidente ha iniziato a salire progressivamente nei sondaggi proprio grazie alle incriminazioni che man mano gli piovevano addosso. Non è quindi escludibile che quella multa possa politicamente favorire Trump in South Carolina.

Alla luce di tutto questo, è chiaro che, se i sondaggi dovessero essere confermati il 24 febbraio nelle urne, la Haley rischierebbe elettoralmente un vero e proprio colpo di grazia. Una sconfitta in casa per lei sarebbe devastante. Come detto, l’unica flebile chance sarebbe quella di arrivare seconda a una manciata di punti dall’ex presidente (tra i tre e i quattro). Solo in quel caso potrebbe provare a difendere la sua possibilità di essere considerata competitiva, anche se – visti gli scogli che la attenderebbero in Texas e California – ciò potrebbe comunque non bastare. Per il momento, l’ipotesi più probabile resta una nuova vittoria a valanga dell’ex presidente. Se ciò dovesse concretizzarsi, che cosa farà la Haley? Veramente resterebbe in corsa fino al Super Tuesday? Teoricamente può anche insistere. Il punto è che una simile strategia alzerebbe ulteriormente il livello dello scontro con Trump, rendendo ancora più difficile che i due riescano a mettersi d’accordo dietro le quinte per formare un ticket presidenziale in vista delle elezioni di novembre.

Ecco che quindi sarà interessante capire che cosa farà l’ex ambasciatrice in caso di una vittoria netta dell’ex presidente in South Carolina. Se si ritira, l’ipotesi che possa entrare in un ticket si fa più concreta. Se resta in corsa, lo scenario di una sua candidatura a vicepresidente si allontana. A quel punto però bisognerebbe comprendere quali sarebbero i reali obiettivi della Haley. Tenere spaccato il Gop per puntare alla Casa Bianca nel 2028? Scommettere sulla (al momento non troppo) probabile eventualità che la Corte Suprema dichiari Trump incandidabile? Si tratterebbe, in entrambi i casi, di strategie politicamente assai rischiose per l’ex ambasciatrice. Il conto alla rovescia intanto è cominciato. E l’Armageddon del South Carolina si avvicina.

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