Se ne è parlato poco o niente sui canali principali, ma Italia e Germania durante il governo Draghi stavano discutendo della firma di un Trattato di cooperazione, sulla linea di quello di Aquisgrana (tra Berlino e Parigi) e del Quirinale (tra Italia e Francia). La messa a punto del Trattato, creerebbe secondo molti non solo un asse Roma-Berlino (e questo fa riflettere molto su quanto in realtà la coesione europea sugli attuali temi urgenti sia circoscritta tra singoli Stati) ma anche un asse Roma-Berlino-Parigi.
Troppo presto però per spingersi in analisi di questo tipo, perché i contenuti del testo non sono noti. Quanto sappiamo è che affronta le questioni di politica estera, energetica ed economica. La chiave del Trattato sembra essere proprio l’economia, con l’obiettivo di ripensare il Patto di Stabilità, anche nell’ottica di finanziare più agevolmente i grandi investimenti previsti dai Pnrr. Con Scholz Cancelliere, quindi, potrebbe chiudersi l’era della Germania come guardiano dell’austerità europea. In parte, va ammesso, per attuale convenienza da parte dei tedeschi. Ma d’altronde, l’area più produttiva dell’Italia è quella del nord legata fortemente alla catena del valore tedesco. Un ambiente migliore per la nostra filiera è utile anche a Berlino e questo ora potrebbe essere finalmente chiaro.
Il piano era stato avviato e si trova a buon punto. Ora però a Palazzo Chigi c’è Giorgia Meloni e ci si chiede se con il suo governo si arriverà alla ratifica. Che era stata annunciata entro giugno 2022. Il governo di centrodestra al potere pare abbia idee diverse sulle strategie industriali, di transizione energetica e in Europa è all’interno di una coalizione, quella dei Conservatori e Riformisti, certamente distante dai Socialisti e Democratici di cui fa parte Scholz. Ma Roma senza dubbio valuterà il da farsi senza un approccio partitico. L’ex ministro degli esteri Luigi Di Maio, in un passato incontro a Villa Madama con il Ministro degli esteri tedesco Annalena Baerbock, leader dei Verdi tedeschi, in cui si era parlato del Trattato aveva detto: «I tempi sono maturi per una partnership strategica. Abbiamo già iniziato a lavorare». Le diplomazie si erano messe in moto per chiudere il triangolo Parigi-Roma-Berlino dopo la firma del Trattato del Quirinale. Baerbock aveva affermato: «La cooperazione tra l’Italia e il suo primo partner commerciale è molto stretta, più che con altri Paesi».