Esteri

Svezia e Finlandia, un nuovo passo verso la NATO. Con il placet di Draghi

18
Maggio 2022
Di Flaminia Oriani

Qualche mese fa la presenza di Svezia e Finlandia, in qualità di spettatori, ai vertici NATO relativi alla guerra in Ucraina aveva fatto storcere il naso a Putin. A quanto pare i rappresentati dei due paesi scandinavi non stavano solo ascoltando l’andamento degli scenari internazionali, ma si preparavano a scrivere la parola “fine” al termine “finlandizzazione” ormai tanto sdoganato.

Se guardando all’orizzonte Ue la presidente del parlamento europeo, Roberta Metsola, sostiene la candidatura a stato membro della Moldavia, sul fronte dell’Alleanza atlantica arriva lo stop alla storica neutralità di Svezia e Finlandia avvenuto questa mattina attraverso la richiesta formale di adesione. Una decisione che denota ancora una volta la pericolosità della minaccia derivante dall’invasione russa in Ucraina.

Dopo più di 70 anni il partito socialdemocratico svedese abbandona la sua tradizionale ostilità nei confronti dell’ingresso di Stoccolma nella NATO. Su impronta del modello norvegese, la Svezia, se verrà accolta nel Patto Atlantico, non ospiterà basi NATO sul suo territorio e non accetterà armi nucleari. Queste le condizioni espresse dall’assemblea parlamentare svedese.

A placare gli entusiasmi c’è il secco “no” arrivato dal presidente turco Erdogan definendo la Svezia «incubatrice di terrorismo». Ankara ritiene inaccettabile la richiesta di adesione a causa dell’aperto sostegno a Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan) e Ypg (Unità di protezione popolare curda) da parte dei due paesi nordici. Per stemperare gli animi Helsinki e Stoccolma avevano intenzione di inviare una delegazione diplomatica per trovare un punto di incontro. Ma Erdogan non ha accolto la proposta, anzi ha richiesto l’abolizione dell’embargo alla vendita di armi, deciso anni fa dai due paesi scandinavi a seguito di attacchi turchi contro i curdi siriani.

Ad essere più ottimista è l’Alto rappresentate Ue per la politica estera, Josep Borrell, che sottolineando il supporto da parte del consiglio atlantico all’adesione dei due paesi ha aggiunto: «So che la Turchia ha avanzato qualche obiezione ma la NATO sarà in grado di superarle».

In attesa di capire a quali condizioni Ankara possa accettare la compresenza al tavolo del Patto Atlantico con Svezia e Finlandia, si spera che questi attriti non portino all’inclinazione di quel fronte NATO appena ricompattato a causa della guerra in Ucraina.

L’Italia, nel frattempo, non rimane con le mani in mano e si muove spedita nello scacchiere internazionale. La sua mossa? L’incontro avvenuto oggi tra Mario Draghi e la Premier finlandese Sanna Marin. Senza lasciare spazio all’immaginazione il Presidente del Consiglio ha dichiarato: «L’Italia appoggia la richiesta di adesione alla NATO di Svezia e Finlandia».

Quello che i due paesi nordici si augurano, coscienti della regola vigente dell’unanimità, è che il processo avvenga nella maniera più rapida possibile soprattutto per la situazione di vulnerabilità in cui si trovano attualmente. Un concetto che la Premier Marin ha così spiegato: «Il contesto della sicurezza europea è cambiato. Vogliamo garantirci la sicurezza per noi e per l’Ue. L’adesione alla NATO rafforza l’Alleanza nel suo insieme ed è importante che anche la Svezia abbia deciso di aderire». Per questo motivo Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Danimarca, Norvegia e Islanda hanno già dato rassicurazioni di sostegno a Svezia e Finlandia nel caso in cui venissero attaccate sul proprio territorio.

Nell’attesa di poter dire “Alea iacta est” in merito all’adesione dei due paesi scandinavi, sarà opportuno capire come Putin prenderà l’estensione del confine tra Russia e NATO e c’è chi pensa che non si limiterà a definirlo un «allargamento artificiale».

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