Esteri

Summit UE-GCC: nasce il Partenariato Strategico tra le due regioni 

16
Ottobre 2024
Di Mattia Silvestri

Uno sforzo concreto per la pace e la stabilità globale. E anche molto di più. Niente era scontato al primo Summit della storia che ha visto protagonisti oggi i leader di UE e del Consiglio dei Paesi del Golfo (Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Kuwait, Oman). I risultati portati a casa con l’ampia dichiarazione finale congiunta (i dettagli qui sotto) sono andati ben oltre le più rosee previsioni, soprattutto sulla posizione comune sui conflitti in Medio Oriente e Ucraina, ma anche su altri dossier ritenuti altamente strategici per le due regioni. Non solo. L’immagine che resterà negli occhi dell’opinione pubblica è quella dell’incontro bilaterale tra Ursula Von der Leyen e il Principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman. In un momentum internazionale dove la ricostruzione delle relazioni tra Riad e Teheran sta acquistando un peso specifico in ottica di pace da molti osservatori definito come decisivo.    

Chi ha partecipato
Il vertice UE-GCC ha visto la partecipazione dei massimi livelli di rappresentanza istituzionale possibile da entrambe le parti. A cominciare proprio dal Principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, la cui partecipazione è stata confermata a poche ore dal Summit, che ha lavorato al fianco del Presidente di turno del GCC, l’Emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani. Lato europeo tutte le massime autorità hanno presenziato ai lavori, aperti dal discorso di Ursula Von der Leyen. E con la presenza della Presidente di turno G7, Giorgia Meloni. Lavori che hanno portato a una Dichiarazione Finale che include molti punti importanti: anzitutto sui conflitti in Medio Oriente e Ucraina, ma anche sulla nascita di un vero e proprio Partenariato Strategico UE-GCC e sull’avvio di negoziati per un sistema unico dei visti tra le due regioni.

Cosa è stato deciso (Ucraina)
“Riaffermiamo il nostro rispetto per la sovranità e l’integrità territoriale degli Stati e il loro impegno nei confronti dei principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario”, si legge nel documento finale congiunto distribuito alla stampa nel capitolo relativo al conflitto a seguito dell’invasione da parte della Russia in Ucraina. “In linea con la Carta delle Nazioni Unite, tutti gli Stati devono astenersi dalla minaccia o dall’uso della forza per cercare di acquisire territori contro l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato. Sottolineiamo l’importanza di sostenere tutti gli sforzi per facilitare l’esportazione di cereali e di tutte le forniture alimentari e umanitarie per contribuire a raggiungere la sicurezza alimentare per i Paesi colpiti”. Non solo. Quello che segue è stato il passaggio frutto della buona riuscita di una trattativa anch’essa affatto scontata: “Ricordiamo la risoluzione ES-11/1 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che deplora nei termini più forti possibile l’aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina in violazione dell’articolo 2 della Carta e chiede che la Federazione Russa ritiri immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue forze militari dal territorio dell’Ucraina all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti”. UE e GCC hanno sottolineato “La necessità di raggiungere al più presto una pace globale, giusta e duratura in Ucraina in linea con i principi della Carta delle Nazioni Unite. Riaffermiamo il nostro impegno per la sovranità, l’indipendenza, l’unità e l’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale, estendendosi alle sue acque territoriali”.

Cosa è stato deciso (conflitto in Medio Oriente)
Occorre “un cessate il fuoco immediato, pieno e completo, il rilascio degli ostaggi, lo scambio dei prigionieri palestinesi e l’accesso umanitario immediato e senza ostacoli alla popolazione civile, inclusa la distribuzione sicura ed efficace di assistenza umanitaria su larga scala in tutta la striscia di Gaza a tutti i civili palestinesi che ne hanno bisogno. Sosteniamo i leader degli Stati Uniti, dell’Egitto e del Qatar nei loro sforzi”. Si legge nel documento finale congiunto nella parte dedicata al conflitto in Medio Oriente. Viene così riaffermato “l’incrollabile impegno per la realizzazione del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione attraverso la soluzione dei due stati in cui Israele e Palestina vivono fianco a fianco in pace entro confini sicuri e riconosciuti, lungo le linee del 1967, in linea con il diritto internazionale e le pertinenti risoluzioni Onu e l’Iniziativa di pace araba del 2002”. Netta condanna di “tutti gli attacchi contro le missioni Onu”. Sull’Iran occorre aderire “al diritto internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite” basandosi “sul rispetto della sovranità, dell’integrità territoriale, della non ingerenza negli affari interni e dell’astensione dall’uso della forza o delle minacce”. Infine si sottolinea “l’importanza dell’impegno diplomatico con l’Iran, per perseguire la de-escalation regionale”. Dal documento emerge chiaramente che l’Arabia Saudita potrebbe avere un ruolo presso Teheran per evitare un pericoloso allargamento del conflitto.

Immigrazione: progressi nel negoziato in corso sui visti d’ingresso
Dal documento finale: “In linea con i requisiti legali in entrambe le regioni, riaffermiamo il nostro impegno a continuare gli sforzi per migliorare i nostri contatti interpersonali continuando a lavorare insieme su misure pratiche e costruttive verso un accordo di liberalizzazione dei visti per viaggi sicuro e reciprocamente vantaggioso tra l’Ue/Schengen e i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo”. Anche la questione dei visti era ritenuta da molti osservatori come delicata. 

Il ruolo di Luigi Di Maio
Il primo Summit si è tenuto dopo molti anni di lavoro preliminare, accelerato in termini di relazioni col Medio Oriente del GCC da parte dell’Unione Europea, anche grazie al lavoro di Luigi Di Maio, da due anni Rappresentante UE presso i Paesi del Golfo. “Con l’accordo sulla dichiarazione finale congiunta”, ha dichiarato Di Maio, “lanciamo un messaggio al mondo: un Partenariato Strategico per la pace e prosperità tra Unione Europea e Paesi del Golfo, che aiuterà il multilateralismo a raggiungere gli obiettivi sperati per le principali crisi che affliggono le nostre regioni”.

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