Esteri / Politica

Semiconduttori, accordo Ue sul Chip Act per investire e tutelare

20
Aprile 2023
Di Giampiero Cinelli

I semiconduttori, comunemente detti chip, sembrano essere il settore su cui ci si giocherà gran parte del primato economico mondiale. In virtù di ciò le istituzioni dell’Unione Europea hanno trovato l’accordo sul regolamento che rafforza l’ecosistema dei semiconduttori, mirando a favorire investimenti da parte dei principali attori di questa tecnologia.

Gli obiettivi

Nel regolamento il budget di partenza è molto scarso e vale 3,3 miliardi. Ad ogni modo il testo definisce le linee guida per rafforzare l’approvvigionamento dei chip. Nel documento si leggono, quali importanti propositi: «la definizione di criteri per riconoscere e sostenere gli impianti di produzione integrata e le fonderie, che promuovono la sicurezza dell’approvvigionamento di semiconduttori nell’Unione». Quindi «l’istituzione di un meccanismo di coordinamento tra gli Stati membri e la Commissione per monitorare l’approvvigionamento di semiconduttori e la risposta alle crisi in caso di carenze di semiconduttori». Nella logica si inserisce anche il paragrafo relativo al rilascio accelerato delle autorizzazioni.

La rete

L’Ue studierà delle linee pilota per la preparazione di impianti di produzione, prova e sperimentazione in grado di colmare il divario col resto del mondo, andando verso la creazione di una rete di centri di competenza in ogni Stato membro per promuovere l’uso di queste tecnologie, agevolandone l’uso efficace e fornendo capacità e competenze ai portatori di interessi, comprese le Pmi utilizzatrici finali. Per quanto riguarda le competenze, saranno organizzate azioni di formazione specifiche relative a strumenti di progettazione e tecnologie dei semiconduttori a livello locale, regionale o paneuropeo. In programma il finanziamento di borse di studio universitarie.

La sicurezza, la difesa dalla Cina

Sul tema della sicurezza l’Ue ha predisposto una serie di norme utile affinché vengano prese decisioni specifiche sulla base di condivisione di informazioni, qualora si rilevi una situazione di crisi nell’approvvigionamento. Nasce poi il Consiglio europeo dei semiconduttori, composto dagli Stati membri e presieduto da un membro della Commissione. La proprietà intellettuale di materiali derivanti dai finanziamenti europei sarà salvaguardata, inclusa la limitazione della partecipazione a progetti di ricerca e innovazione a entità collegate a paesi come la Cina per forzare trasferimenti di tecnologia o rubare segreti commerciali. Un controllo sarà esercitato anche su investimenti ed esportazioni. I settori che possono essere interessati dalle crisi rientrano in una specifica lista legata alla direttiva CER, il settore della Difesa ne fa parte, non vi rientra il settore automobilistico. Se venisse riconosciuta una fase di crisi, scatterebbe il meccanismo di priorità attribuito a determinati poli produttivi, che potrebbero beneficiare di acquisti comuni.

«Si tratta di un accordo della massima importanza per la transizione verde e quella digitale, che garantisce al tempo stesso la resilienza dell’UE in tempi turbolenti. Le nuove norme rappresentano una vera rivoluzione per l’Europa nel settore chiave dei semiconduttori», ha dichiarato Ebba Busch, ministra svedese dell’Energia, delle imprese e dell’industria e vice prima ministra. Attualmente la Svezia presiede il Consiglio dell’UE.

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