Questa settimana a Rotterdam si è tenuto il congresso del Partito Popolare Europeo (PPE), la compagine che all’interno del Parlamento europeo racchiude le forze politiche tradizionalmente classificate come moderate, conservatrici e cristiano-democratiche, nel solco della tradizione liberal-conservatrice europea. Un congresso che non ha regalato sorprese, almeno riguardo all’elezione del nuovo Presidente: il tedesco Manfred Weber, eurodeputato della CSU, succede a Donald Tusk, ex Presidente del Consiglio europeo. Andiamo ad analizzare quanto accaduto nella tre giorni olandese del gruppo parlamentare più numeroso presente nell’aula di Strasburgo.
PPE, WEBER NUOVO PRESIDENTE, TAJANI CONFERMATO VICE
Manfred Weber era l’unico candidato in lizza per sostituire il Presidente uscente Tusk. L’ex premier polacco infatti ha deciso di dedicarsi alla cavalcata elettorale nel suo Paese, dove si terranno le elezioni il prossimo anno e dove è leader del partito Piattaforma Civica. Weber, già capogruppo del PPE al Parlamento europeo, ha ottenuto l‘87,3% dei voti, con 447 preferenze sulle 502 valide espresse dai delegati. «Siamo onesti, non siamo nel momento migliore della nostra storia. Come possiamo avere il voto dei giovani? Come possiamo scrollarci di dosso la stretta tra i populisti di destra e il centro liberale? La rimonta deve iniziare qui, oggi a Rotterdam». Queste le prime parole da Presidente di Weber: le debacle dei partiti moderati in Francia ed Italia sono un esempio di come i partiti liberal-conservatori si stanno confrontando con una forte crisi di identità in molti Paesi europei. Ed è per questo che, ha affermato Weber, «non è il momento per mettersi in mostra, ma il momento della responsabilità, credibilità, determinazione e delle migliori idee per il futuro. È tempo del PPE».
Il congresso di Rotterdam è servito anche per riformulare la composizione dei vicepresidenti e rieleggere il tesoriere. Per i posti da vice vi erano 11 candidati, con 10 caselle da riempire: a farne le spese l’unico candidato perdente, il francese Franck Proust del partito Les Républicains in Francia, reduce dalla severa sconfitta anche nelle elezioni presidenziali francesi. Anche un po’ di Italia tra i vicepresidenti, con Antono Tajani di Forza Italia che è stato riconfermato per un altro mandato. Per la figura del tesoriere, eletto il portoghese Paulo Rangel, come da pronostico. La rassegna ha visto anche il cambio di guardia nella posizione di segretario generale: lo spagnolo Antonio López-Istúriz lascia il suo posto dopo 20 anni, venendo sostituito dal greco Thanasis Bakolas.
VON DER LEYEN E METSOLA TRA I PRESENTI, MENTRE BERLUSCONI…
Durante il congresso hanno presenziato sul palco di Rotterdam anche due tra le cariche più importanti a livello europeo, entrambe appartenenti al PPE come collocazione politica: la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. Proprio la von der Leyen ha già ricevuto diversi endorsement anche durante queste giornate congressuali per una riconferma alla guida della Commissione nel 2024, mettendosi già in una posizione di vantaggio nella corsa per diventare lo Spitzenkandidat (il candidato designato) del PPE. Non sono mancate da parte della Presidente della Commissione delle dichiarazioni su quanto sta accadendo in Ucraina, riaffermando l’appoggio incondizionato a Kiev da parte dell’Unione europea.
Tra i grandi attesi a Rotterdam Silvio Berlusconi, che aveva programmato la sua presenza anche per rilanciare Forza Italia tra i grandi partiti chiave del PPE, ruolo che col passare degli anni e con una minore forza elettorale alle spalle rischia di essere meno importante del passato. Purtroppo per il Cavaliere un guasto aereo gli ha impedito di essere tra i presenti, un’occasione persa considerando che era stato messo in agenda un suo intervento on stage davanti alle maggiori cariche presenti. Non è mancata comunque una sua partecipazione, anche se in video, con un intervento registrato.