Esteri
Pittella legge Ronchi: “la scomparsa dei Balcani” dall’Europa
Di Gianni Pittella
È imperdibile l’ultimo saggio di Francesco Ronchi “la scomparsa dei Balcani” edito da Rubbettino.
Imperdibile per la prosa elegante e puntuale con cui rilegge gli ultimi decenni della storia dei Balcani, coinvolgente per la cura dei passaggi socio economici e culturali, antropologici e religiosi, attualissimo per le implicazioni geopolitiche.
C’è un grande vuoto nel cuore della Europa, un vuoto popolato da forze interne ed esterne che possono destabilizzare la intera costruzione europea perché animate dal virus più pericoloso contro cui le istituzioni europee hanno combattuto e sulle ceneri del quale sono nate, il nazionalismo. Ronchi passa in rassegna la situazione di tutti i Paesi balcanici a partire dalla Bosnia, “specchio di un conflitto che oppone da un lato il dispositivo universalista incardinato attorno al riconoscimento ad ogni individuo della stessa dignità umana, alla difesa del pluralismo, dall’altro una visione anti universalista, anti pluralista e realista”.
La questione serba viene affrontata con coerenza rispetto alla storia di “questo Paese corsaro“, la sua irriducibilità. Dopo l’89 la Serbia restava l’unico Paese europeo del blocco ex sovietico a non avere mai accettato la supremazia politica americana. Una Nazione guidata dall’uomo forte, Vucic, anelante alla unita’ di tutto il popolo serbo è sempre più inclinato verso una interlocuzione privilegiata con la Russia.
Non solo in Serbia, ma in ampi settori della intera area , la Russia gode di un prestigio storico e culturale , e intesse rapporti politici rafforzati dal ruolo della Chiesa ortodossa e da una comune cultura gerarchica e conservatrice.
Russia, Cina e Turchia insidiano l’Unione Europea nel cuore della Europa. E lo fanno mentre il processo di allargamento ristagna, si propone con forza e giustamente il tema della adesione della Ucraina ma non si esce dallo stallo sulla adesione dei Paesi dei Balcani. Questo quadro non può essere trascurato , sarebbe un errore gravissimo. Nei Balcani si agitano interessi criminali importanti legati al narcotraffico e alla corruzione e si muovono ingenti flussi migratori, e sopratutto si cementa un grumo di disvalori quale egoismo nazionalismo sfiducia e ricerca dell’uomo forte che può divenire dominante.
Questa condizione va capovolta e secondo Ronchi può essere capovolta. Ci sono fermenti positivi, esperienze di Governo preziose come in Montenegro e in Albania, e sopratutto ci sono forze sociali genuine e spendibili se coinvolte maggiormente nel dialogo e nel confronto con le istituzioni europee. Ciò che serve con urgenza è che la UE non abbandoni i Balcani al loro destino, sarebbe esiziale per i Balcani e per la stessa UE.