Esteri

Pasqua di tregua (a parole) in Ucraina, ma non in MO

20
Aprile 2025
Di Giampiero Gramaglia

Pasqua di tregua in Ucraina. Il presidente russo Vladimir Putin la proclama unilateralmente dalle 18 di ieri alle 24 di oggi. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenski rilancia, “Facciamola di 30 giorni”. Ma nessuno la rispetta: allarmi aerei suonano la notte nelle città ucraine; e incidenti sono segnalati in vari punti del fronte terrestre nell’Est dell’Ucraina.

In Medio Oriente, invece, non c’è tregua: il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un discorso riafferma la visione di guerra “fino alla  vittoria”. Fonti palestinesi denunciano almeno 90 morti nella Striscia di Gaza tra venerdì e sabato.

A Roma, il secondo round dei negoziati sul nucleare tra Iran e Usa, mediati dall’Oman presso l’ambasciata del sultanato in Italia, segna progressi. Teheran parla di “incontro positivo”. Già previsto un terzo round, sabato prossimo, nell’Oman. Le delegazioni iraniana e americana evitano d’incontrarsi faccia a faccia: installate ciascuna in una stanza, dialogano tramite quellla dell’Oman, che fa la spola.

Sempre a Roma, il vice-presidente degli Stati Uniti JD Vance, un cattolico convertito, partecipa, con la moglie e i due figli, ai riti pasquali. Sabato, viene ricevuto in Vaticano dal segretario di Stato, cardinale Parolin; domenica, ha un breve incontro con Papa Francesco. I colloqui non stemperano, però, le tensioni fra Santa sede e Amministrazione Trump 2 sui migranti e sugli aiuti allo sviluppo.

Ucraina: Trump preme su Zelinsky perché accetti perdita territori

Putin ha annunciato la tregua pasquale in un incontro col capo di Stato Maggiore delle forze armate Valery Gerasimov. “Per considerazioni umanitarie, … la parte russa dichiara una tregua pasquale. Ordino la cessazione di tutte le azioni militari”; e invita Zelensky a fare altrettanto, per mostrare – dice – “la volontà di pace”. Zelensky replica: “I droni russi nei nostri cieli rivelano la vera posizione di Putin verso la Pasqua e la vita umana”.

Secondo il sito Axios, la minaccia – ventilata venerdì dal presidente Donald Trump – di abbandonare i negoziati per la fine della guerra in Ucraina era rivola a Kiev più che a Mosca. Poco dopo la sortita di Trump, era circolata la voce, presto smentita, che Zelensky era pronto ad accettare “al 90%” l’impostazione di Washington, che prevede, fra l’altro, il riconoscimento dell’annessione alla Russia dei territori occupati, con misure per garantire il rispetto delle intese e la sicurezza delle parti.

Washington, ora, ostenta ottimismo su una ripresa della trattativa, che potrebbe portare a un accordo di cessate-il-fuoco – si dice – già la prossima settimana. Secondo l’agenzia Bloomberg, la bozza d’intesa Usa prevede, fra l’altro, l’allentamento delle sanzioni alla Russia, proprio mentre gli europei stanno predisponendo un giro di vite alle loro. Mosca ammonisce che i negoziati “sono complicati”: “Siamo impegnati a risolvere il conflitto e siamo aperti al dialogo, nella tutela dei nostri interessi”, dice il portavoce del Cremlino Dmiutry Peskov, che non prevede a breve un incontro tra Trump e Putin.

La guerra, intanto, prosegue: prima della tregua, un attacco missilistico su Kharkiv aveva fatto oltre 70 feriti, fra cui alcuni bambini. Ieri, Kiev e Mosca hanno proceduto allo scambio di prigionieri più grosso dall’inizio delle ostilità: ne sono stati restituiti 256 per parte.

Usa-Iran: le minacce di Israele sullo sfondo della trattativa

A Roma, “l’Iran non è venuto per arrendersi, ma per raggiungere un accordo equilibrato”, ha scritto su X il consigliere della guida suprema dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, Ali Shamkhani: “L’obiettivo è un accordo complessivoi basato su nove principi: serietà, fornitura di garanzie, revoca delle sanzioni, abbandono del modello Libia/Emirati Arabi Uniti, prevenzione delle minacce, accelerazione dei negoziati, prevenzione dei facinorosi – qui, s’intende Israele, ndr – e promozione degli investimenti”.

Israele, secondo la Reuters, non escluderebbe l’ipotesi di attaccare, nei prossimi mesi, siti nucleari in Iran, nonostante Trump abbia cercato di distogliere il premier Netanyahu da propositi del genere. I piani includerebbero attacchi aerei e operazioni di commando di vario tipo, per frenare la capacità di Teheran di dare una valenza militare al suo programma nucleare civile.

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