Esteri

Onu, Meloni: la riforma non deve creare nuove gerarchie

23
Settembre 2024
Di Giampiero Cinelli

Entra oggi nel vivo la missione di Giorgia Meloni a New York, in occasione della 79esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite in programma domani sera, dopo che domenica la premier ha avuto una serie di incontri con gli amministratori delegati di Google-Alphabet Sundar Pichai, di Motorola, Greg Brown, e di Open AI Sam Altman. Oggi, la leader di Fratelli D’Italia è intervenuta al Vertice del Futuro, aperto dal segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres e dal Presidente della 79ma sessione dell’Assemblea Generale Philémon Yang. Meloni ha focalizzato il suo intervento sull’Intelligenza Artificiale, sul Piano Mattei, sul rapporto con l’Africa e sulla riforma del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. La premier ribadirà l’approccio italiano alla riforma, basato sui criteri di trasparenza, inclusività e rappresentanza democratica. Previsti anche alcuni incontri bilaterali. Già confermato quello con la leadership irachena.

Il Consiglio di sicurezza Onu
Nel suo discorso, il primo ministro ha chiamato in causa la proposta statunitense relativa al Consiglio di sicurezza che prevede due seggi permanenti riservati ai paesi africani insieme a un seggio a rotazione per le piccole nazioni insulari in via di sviluppo, evidenziando potenziali contraccolpi per l’Italia. Un tema di cui tornerà a parlare anche nell’intervento in Assemblea generale, in agenda nella serata di domani.

La posizione italiana
Al Vertice del futuro nell’ambito dell’assemblea generale dell’Onu, Meloni ha ribadito la posizione italiana sulla riforma del Consiglio di sicurezza, che non può «prescindere dai principi di uguaglianza, democraticità e rappresentatività. La riforma – ha spiegato – ha un senso se viene fatta per tutti e non solo per alcuni. Non ci interessa creare nuove gerarchie e non crediamo che esistano nazioni di serie A e di serie B. Esistono le nazioni, con le loro storie, le loro peculiarità e i loro cittadini che hanno tutti gli stessi diritti perché gli individui nascono tutti liberi e uguali».

Patto sul futuro
Così la presidente: «Il patto che abbiamo firmato è il risultato di negoziati complessi per i quali voglio ringraziare il presidente dell’Assemblea generale, i negoziatori e, naturalmente, tutti gli Stati membri. La fase che ora inizia, quella dell’attuazione, è chiaramente ancora più complessa ma sicuramente più cruciale. La sfida che la storia ci pone davanti è molteplice e multiforme, climatica ed economica».

Le guerre
Poi il passaggio sui conflitti armati, a partire dalla «inaccettabile guerra di aggressione russa nei confronti di una nazione sovrana come l’Ucraina, rendono sempre più precaria la sicurezza. Di fronte a uno scenario così complesso noi non abbiamo altra scelta che è quella di agire. Penso che sia evidente a tutti che viviamo in un tempo di crisi. Però le crisi nascondono sempre anche un’opportunità. Del resto la parola crisi deriva dal greco crisis. Che significa scelta, decisione. Le crisi costringono a mettersi in discussione. Costringono a schierarsi. Non consentono di tentennare. Sappiamo tutti che nessuno stato può efficacemente governare da solo le sfide di questo tempo. Per questo l’Italia è una convinta sostenitrice del multilateralismo e della sua istituzione più rappresentativa che sono le Nazioni Unite».

Il Piano Mattei
La questione africana è uno dei principali interessi dell’Onu adesso, Meloni in merito si è inserita spiegando che «dobbiamo pensare in modo nuovo la cooperazione tra le nazioni. L’Italia lo ha fatto per esempio con il Piano Mattei, un Piano di investimenti pensato per cooperare con le nazioni africane attraverso un approccio che non è né paternalistico né caritatevole né predatorio ma basato sul rispetto e sul diritto per ciascuno di competere ad armi pari. La nostra ricetta per promuovere lo sviluppo di un continente troppo spesso sottovalutato, per costruirne la stabilità e garantire un diritto che fino ad oggi è stato negato a troppi giovani: il diritto a non dover emigrare».