Esteri

La Nord Corea spaventa, ma i missili di Kim piacciono a Putin e Xi

06
Ottobre 2022
Di Giampiero Cinelli

Si scuote il Pacifico, vede la guerra il Mar Nero. Queste sono le situazioni in cui ci si rende conto della fragilità del diritto internazionale. Le organizzazioni multilaterali come l’Onu, paradossalmente, devono trovarsi a registrare il livello di un conflitto globale che, per adesso, benché muscolare, ancora non sembra sfociare in un conflitto allargato. Forse perché nessuno lo vuole, o perché si sta misurando la propria forza.

Martedì la Corea del Nord ha lanciato un missile balistico diretto verso il Mar del Giappone. In segno di disappunto per la presenza della portaerei americana a propulsione nucleare “USS Ronald Reagan” nelle acque orientali, giunta lì a svolgere un’esercitazione con la marina sudcoreana e con il Giappone ma che poi aveva lasciato l’area. Dopo il lancio è stata richiamata. Tokyo e gli Stati Uniti avevano risposto con dei lanci molteplici. Tra l’altro con l’incidente, non dannoso, di un missile ricaduto sul suolo sudcoreano. Questa notte abbiamo appreso di altri due missili sparati da Kim Jong-un e della violazione dello spazio aereo nordcoreano a ridosso della linea di sorveglianza da parte di 12 jet di Pyongyang.

Ebbene, la richiesta di sanzioni nella riunione del Consiglio di Sicurezza Onu non è stata però supportata da Russia e Cina e da altri cinque membri, come speravano i delegati americani. La situazione è paradossale, perché due degli Stati membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, Russia e Cina appunto, già si supportano nell’altro fronte caldo che è quello ucraino e in relazione al quale, sempre in sede Onu, altri Stati membri vanno cauti nel condannare la Russia. Per quanto riguarda i pericoli, comunque, nel Pacifico siamo di fronte a intimidazioni. Perché non si hanno ancora significativi elementi tali da far pensare che la Corea del Nord possa realmente cercare di sfondare il celebre 38° parallelo, sorvegliato anche dagli Stati Uniti.

Tuttavia, da alcune indiscrezioni, sembra che potrebbe nelle prossime settimane testare una mina nucleare sottomarina a basso impatto. Gli osservatori sono abbastanza convinti che Kim darà il via libera a nuove esercitazioni. E sarebbe comunque meglio non continuare a surriscaldare quell’area del mondo, già molto agitata se pensiamo alle vicende recenti di Taiwan durante la visita di Pelosi. Pyongyang deve mostrare a sé stessa e al resto del mondo di potersi difendere. Anch’essa da anni accerchiata e colpita da sanzioni. Le quali resteranno, ma non verranno aumentate per via dello stallo attuale.