“Il cielo non può crollare”. Sono le parole di Mao Zedong di fronte a 13mila funzionari del Partito Comunista Cinese nel 1962, dopo 13 anni di grande carestia e poco dopo la rottura con l’Unione Sovietica. Che possono però essere lette in due modi: una manifestazione di grandezza e potenza al limite dell’altezzosità, così come un caloroso invito alla fiducia.
L’Ue accelera
Se l’Unione europea e l’Italia stanno mantenendo un atteggiamento wait and see rispetto alle decisioni del Presidente Trump sui dazi, la stessa postura non può essere assunta nei confronti di Pechino. Dal punto di vista delle relazioni Ue-Cina, lo dimostra la conversazione telefonica tenuta tra la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen e il premier cinese Li Qiang, in occasione del 50esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica Popolare e l’Unione europea. Focus della discussione l’istituzione di un meccanismo per monitorare (con rapidità) eventuali deviazioni degli scambi commerciali e garantire che eventuali sviluppi vengano debitamente affrontati. In altre parole dal punto di vista commerciale andremo avanti più uniti se Trump dovesse insistere.
Il bias del debito Usa che costringe Pechino
Inutile credere che nella trattativa tra Pechino e Washington sulla competizione commerciale, gli Usa avranno la meglio perché le mani cinesi sono in qualche modo legate al debito pubblico americano. La quota del debito pubblico monstre da 36,22 trilioni di dollari detenuta da Pechino sotto forma di titoli Usa del Tesoro è irrisoria: appena il 2,1%, pari a 760 miliardi di dollari.
Opportunità Cina per export made in Italy
Basterebbe recuperare le posizioni perdute (-20%) nel 2024 dall’export made in Italy verso la Cina rispetto al 2023 per incassare in tempi rapidi quasi 4 miliardi di euro. E tutto questo sarà molto possibile, qualora le tariffe imposte dagli USA alla Cina venissero confermate.
Se il cielo non può crollare, del catastrofismo sugli effetti dei dazi ci liberiamo presto e volentieri.
