“L’Iraq è una democrazia in crescita”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha accolto ieri al Quirinale il Presidente della Repubblica dell’Iraq, Abdul Latif Rashid, ribadendo che la Visita di Stato irachena in Italia “è simbolo della forte amicizia che lega i nostri popoli, concreta testimonianza del comune desiderio di proseguire lungo un cammino intrapreso insieme”. La visita arriva a soli sei mesi dal viaggio in Iraq della Premier Giorgia Meloni.
Un cammino non soltanto politico, ma anche fortemente legato alle contingenti necessità energetiche del nostro paese e alle importanti risorse di cui dispone Bagdad. Con un boost significativo dall’entrata in vigore da dicembre scorso dell’embargo al greggio di Mosca. Nei primi tre mesi di quest’anno l’Iraq è infatti risultato essere il primo fornitore di petrolio dell’Italia, davanti ad Azerbaijan e Libia (dati Unem-Confindustria). L’Italia ha importato oltre 15 milioni di barili di greggio totali nel periodo, in aumento del 22% rispetto al 2022. Mentre l’Iraq si conferma quinto produttore di greggio al mondo.
A venti anni dalla strage di Nassiriya in cui persero la vita cittadini italiani ed iracheni Italia e Iraq rilanciano la collaborazione nel settore della sicurezza, con l’obiettivo comune di stabilizzare le aree liberata dal radicalismo e l’estremismo violento. Il Presidente Mattarella: “L’Italia apprezza e riconosce l’azione dell’Iraq a livello internazionale”, con particolare plauso alla Conferenza di Bagdad che ha promosso dialogo e maggiore stabilità tra i Paesi della regione. “In questa stessa direzione”, aggiunge, “si colloca il contributo iracheno alla ripresa delle relazioni tra Riad e Teheran”. Rashid: “Apprezziamo molto il lavoro che svolge l’Italia per stare al fianco del popolo iracheno e durante la nostra guerra nella lotta al terrorismo”.
Mattarella ha anche invitato le imprese italiane ad investire in Iraq, perché la stabilità avviata dal Paese “consente una condizione economica solida”. Non solo energia, dunque, ma i settori di interesse per le imprese italiane sono in Iraq le infrastrutture (come da anni avviene per la gestione italiana della diga di Mosul), la sanità, l’istruzione e la giustizia
L’Iraq sta vivendo una stagione di grande cambiamento a livello politico. Dopo una crisi istituzionale protrattasi per quasi un anno, a seguito delle elezioni legislative anticipate del 10 ottobre 2021, il Paese ha visto, ad ottobre scorso, dapprima l’elezione di un nuovo presidente della Repubblica, appunto Abdullatif Rashid, e poi di un nuovo premier, Mohammed Shia al Sudani. Si è trattato di mosse volte a porre fine a quella che l’ex premier Mustafa al Kadhimi ha definito una delle “crisi politiche piu’ difficili dal 2003”, culminata il 29 agosto con l’assalto del palazzo del governo da parte dei sostenitori del leader sciita Muqtada al Sadr e dei successivi scontri con le forze di sicurezza irachene e con le unita’ della Mobilitazione popolare sciita filo-iraniane, costati 33 morti e oltre 700 feriti.
Oggi il Presidente Rashid sarà a Bologna, per l’inaugurazione al Museo civico medievale della mostra “Gli Assiri all’ombra delle Due Torri. Un mattone iscritto della ziggurat di Kalhu in Iraq e gli scavi della Missione archeologica iracheno-italiana a Ninive”. Non solo oil, dunque. Italia e Iraq sempre più vicini.