Esteri

NBA, Red Bull interessata ad avere una squadra a Las Vegas

15
Luglio 2024
Di Giampiero Cinelli

La NBA, celebre lega del basket professionistico americano, non ha mai vissuto un periodo più florido. Nonostante si faccia più agguerrita la lotta di gradimento con un basket europeo ormai di altissimo livello e dall’identità ben distinta, è stato da poco chiuso un nuovo accordo per i diritti televisivi da 76 miliardi che include principalmente, oltre a NBC e alla tradizionale Espn, anche Amazon, Disney e Comcast. Adam Silver, il Commssioner della NBA, in parole povere il Direttore Generale della lega, ha detto di voler passare da 30 a 32 squadre e non è un mistero che le prossime due si stabiliranno con ogni probabilità a Seattle e a Las Vegas. Seattle è stata una franchigia NBA dal 1967 al 2008, non molto vincente ma con sempre grande seguito e affetto a gravitare intorno al team, il ritorno del basket nella fredda città del nord-ovest è una promessa fatta agli appassionati. Mentre a Las Vegas, che Silver ha svelato da tempo essere «definitivamente nelle nostre liste», l’investimento potrebbe essere fatto da Red Bull.

Red Bull non è nuova agli intrecci con lo sport. Possiede già una scuderia affermata nella Formula 1, ha quote nelle squadre di calcio Leeds e Lipsia, nel ciclismo (la squadra tedesca Bora-Hansgrohe), nell’Hockey tedesco con EHC München e il suo interesse per il vasto mercato della palla a spicchi è circolato nei media in queste settimane. Il contesto, infatti, farebbe gola a tutti, se pensiamo all’idea di una squadra che gioca a Las Vegas, nella città del peccato. Non sarebbe certo un problema riempire il palazzetto, al di là di vittorie e sconfitte, e poi c’è tutto l’indotto di un centro turistico come noto molto particolare. Per entrare tra gli azionisti della NBA (tutti i proprietari delle squadre lo sono) costruendo una formazione e una società da zero si parla di una cifra che si aggira tra i 3.8 e i 4 miliardi di dollari, ponderata su una media del valore delle franchigie già esistenti. Numeri alla portata di Red Bull, che nel 2023 ha fatturato 10,5 miliardi.

Sia l’azienda di energy drink sia la NBA non hanno rilasciato dichiarazioni dettagliate né bozze di programmi, facendo pensare che non ci sia in realtà nulla di concreto. Ma gli osservatori hanno interpretato solo come massima riservatezza, che è abbastanza nello stile della lega americana, abituata a centellinare le informazioni da far uscire fuori. E mentre montano le voci su Red Bull spunta la volontà di portare il basket a Las Vegas da parte proprio di Lebron James in persona. James è uno dei più grandi cestisti di sempre, tra i volti della lega, ed è ancora in attività a 39 anni. Eppure media statunitensi hanno parlato di suoi contatti con il Fondo RedBird e Gerry Cardinale (proprietario del Milan) per realizzare il progetto della pallacanestro a Sin City. Lebron dovrebbe avere parte attiva nella mediazione con la lega e lui non ha negato il futuro desiderio di possedere una franchigia. Ma fino a quando giocherà è vietato dalle regole. Sul campione grava un contratto appena firmato di ancora due stagioni con i Los Angeles Lakers (Nella seconda può decidere di svincolarsi, ma non si pensa per ritirarsi. In sostanza potrebbe avere davanti, ad ogni modo, l’ultimo biennio di carriera prima di divenire a pieno titolo un businessman.

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