Esteri
Moderati e riformisti di tutto il mondo unitevi e fatevi sentire
Di Gianni Pittella
Trump non è la causa del mondo lacerato, conflittuale, divaricante che stiamo vivendo. È, semmai, l’epifenomeno di una umanità spaesata che si chiude, che si radicalizza su posizioni sempre più estreme, che non crede nelle soluzioni mediane, che rigetta il compromesso: un’umanità in cui emergono nuovi potenti con lo scettro della finanza e del digitale e nuovi poveri col fardello della emarginazione e della paura.
Non oso parafrasare Marx che scrisse con Friedrich Engels nel Manifesto del Partito Comunista, pubblicato nel 1848, “Proletari di tutto il mondo, unitevi!” Frase che divenne il motto del movimento comunista internazionale. Il mio è molto più umilmente e semplicemente un appello al buon senso, alla moderazione, a cercare ciò che può unire piuttosto che enfatizzare ciò che ci divide.
E le posizioni si polarizzano: o bianco o nero, o si fa il green deal con furia rivoluzionaria o si preserva la estrazione dei fossili, o si respingono gli immigrati o si accolgono tutti, o si fa pulizia etnica in Medio Oriente o si guerreggia senza pietà, o si fa la pace alle condizioni di Putin o l’Ucraina deve perire, e potrei continuare.
A me sembra chiaro che in una situazione di tali polarità, Russia e Cina ci guadagnino perché loro sono interessate alla turbolenza, a cambiare la sicurezza nei quadranti regionali e globali, a destabilizzare gli elementi fondanti dell’ordine mondiale che abbiamo conosciuto ( commercio , multilateralismo, migrazioni, solidarietà tra le Nazioni e diritti umani). Ma è questo lo stesso interesse di USA e UE?
Gli esordi della Presidenza Trump non sono incoraggianti, per usare un eufemismo: dazi e politia commerciale aggressiva, il cappello NATO solo per chi paga salato, Canada, Panama e Groenlandia saranno nostre, immigrati li cacciamo tutti, il mondo è fatto di donne e uomini, punto.
Questo abbrivio porterebbe ad immaginare una convergenza voluta o comunque realizzata con Cina e Russia in una sorta di controllo tripolare, di cui i sistemi democratici sono un fastidio. Ma non è detto che sarà così e dipenderà anche dall’Europa e dalle forze più riformiste e moderate del mondo. La Kallas ha ricevuto finalmente la telefonata del Segretario di Stato Americano Marco Rubio e la Presidente Ursula Von Der Leyen ha parlato dei rapporti USA-UE con saggio pragmatismo.
L’errore più grave che noi europei non dobbiamo commettere è’dividerci tra antagonisti, vassalli o alleati di Trump. La postura misurata e dignitosa che stanno avendo leader come Antonio Costa, Donald Tusk , Pedro Sanchez e la stessa Presidente è la strada giusta. Cogliere terreni di negoziato con Trump (il gas liquefatto?), e fortificarsi all’interno (sovranità sulla difesa e la politica estera e fiscale ), e all’esterno (accordo commerciale col Mercosur, alleanza con Messico e India, centralità all’Africa).
Ma ciò significa sterilizzare i filo-putiniani (Orban, Fico) e avere coraggio sul tema sovranità e debito comune. È ancora possibile frenare e invertire la deriva avendo la giusta dose di moderazione e di lungimiranza.