Esteri
Medio Oriente e Ucraina: la posizione del Consiglio Supremo di Difesa
Di Paolo Bozzacchi
La soluzione negoziata “Due popoli due Stati”, sovrani e indipendenti, è l’unica strada da seguire per il conflitto in Medio Oriente. Questa la principale conclusione del Consiglio Supremo di Difesa, convocato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sulla guerra in Ucraina, si legge nella nota del Quirinale, il Consiglio ha “ribadito il pieno sostegno dell’Italia al Paese aggredito nella sua difesa contro l’invasore e la necessità di ricercare prospettive che aprano la via a una pace giusta e duratura, in conformità al diritto internazionale”. Il Consiglio ha esaminato i punti salienti del piano presentato in questi giorni dal Presidente Zelensky al Governo italiano, ribadendo che “la ricostruzione del Paese alla fine del conflitto sarà di fondamentale importanza e l’Italia puo’ contribuire con gli strumenti di cui il nostro Paese dispone”.
Preoccupazione per i civili
Il Consiglio ha nuovamente sostenuto “il diritto di Israele alla propria esistenza in pace e sicurezza e alla difesa dagli attacchi nel rispetto del diritto internazionale”. Ma ha manifestato “profonda preoccupazione per le inaccettabili condizioni di vita a Gaza, la cui popolazione continua a patire indicibili lutti e sofferenze e ha diritto ad essere sottratta alle distruzioni e alla violenza della guerra. Urgente raggiungere un immediato cessate il fuoco a Gaza e assicurare, con efficacia e senza ostacoli, la distribuzione degli aiuti umanitari”.
Solidarietà a UNIFIL e sostegno ai militari italiani impegnati
Il Sud del Libano è presidiato dai militari della missione UNIFIL dove operano circa mille soldati italiani. A loro il Consiglio ha espresso “ringraziamento, forte vicinanza e senso di gratitudine per l’esemplare professionalità dimostrata”. La nota sottolinea come “più importante che mai sostenere le iniziative per il rafforzamento delle Forze armate libanesi (LAF) affinché siano in grado di garantire efficacemente il pieno controllo di tutto il territorio libanese a cominciare dalla Blue Line in cooperazione con UNIFIL”. La rimozione del materiale di armamento illegale, reso ancora più evidente dalle azioni condotte dai miliziani Hezbollah nell’area presidiata da UNIFIL “puo’ essere raggiunta solo attraverso la piena partecipazione delle parti all’attuazione della Risoluzione ONU n.1701 del 2006”. Urge la necessità di cessare il fuoco e “sollecitare un’iniziativa sia all’ONU sia con i Paesi contributori alla missione per rinforzare UNIFIL, in modo da renderla più efficace rispetto al fine per cui è stata istituita”. Il Consiglio ha definito “inaccettabili” gli attacchi alle forze di pace ONU da parte dell’esercito israeliano e ricordato che “tutte le parti in causa hanno l’obbligo, ai sensi della Risoluzione n.1701 e del diritto internazionale, di garantire la sicurezza e l’incolumità del personale e delle strutture ONU”.
Chi ha partecipato ai lavori
Presieduti dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, i lavori del Consiglio hanno visto la partecipazione: del Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni; del Ministro della difesa, Guido Crosetto; del Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso; del Capo di Stato maggiore della difesa, Generale Luciano Portolano.
Presenti anche: il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano; il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti; il Consigliere del Presidente della Repubblica per gli Affari del Consiglio supremo di difesa e Segretario del Consiglio, Francesco Saverio Garofani.
Ruolo e poteri del Consiglio Superiore di Difesa
La legge che ha istituito il Consiglio Supremo di Difesa risale al 1950, anche se nel corso degli anni ha subito diverse modifiche. Attualmente, le disposizioni che lo regolano sono contenute nel Codice militare del 2010. La legge gli attribuisce il compito di analizzare le questioni generali, politiche e tecniche connesse alla difesa nazionale. Ed è la sede in cui il Presidente della Repubblica riceve informazioni tempestive e dettagliate sulle intenzioni del Governo in materia di difesa e sicurezza. Riunito due volte l’anno, puo’ essere convocato dal Presidente della Repubblica ogni qualvolta che lo ritenga necessario (previa intesa col Presidente del Consiglio o su proposta di qust’ultimo).