I vertici militari di oltre trenta Paesi della cosiddetta ‘coalizione dei volenterosi‘ si sono riuniti per la prima volta a Parigi per confrontarsi sulle garanzie di pace in Ucraina e per discutere della possibile creazione di una forza di peacekeeping alla fine della guerra.
Promosso da Emmanuel Macron, che ha aperto i lavori, il summit a porte chiuse organizzato a margine del Paris Defence and Strategy Forum (in programma fino a dopodomani all’Ecole Militaire) ha riunito intorno al presidente francese i capi militari di quasi tutti i Paesi appartenenti all’Unione europea e alla Nato, ad eccezione degli Stati Uniti.
Per l’Italia, era presente (ma solo in veste di osservatore) il capo di Stato maggiore della Difesa, Luciano Portolano. In un messaggio pubblicato su X, l’omologo d’Oltralpe, generale Thierry Burkhard, ha presentato la riunione come un “momento decisivo, che segna il posizionamento europeo per pesare nella risoluzione del confitto. Condividendo la responsabilità – ha tenuto a puntualizzare – con l’Ucraina e gli Stati Uniti”.
“Di fronte all’accelerazione dei negoziati di pace”, Emmanuel Macron ha “precisato che oggi è necessario “passare dal concetto al piano” per definire garanzie di sicurezza credibili, affinché una pace solida e duratura sia possibile in Ucraina”, ha comunicato la presidenza al termine di questo incontro. Secondo la stessa fonte, i partecipanti si sono accordati affinché le garanzie di sicurezza “non siano separate dalla Nato e dalle sue capacità”, proprio mentre si sta verificando un avvicinamento tra Washington e Mosca.
”Con il mio omologo britannico, Tony Radakin, sono al fianco dei capi di Stato maggiore di 34 Paesi”, puntualizza Burkhard, allegando al messaggio le bandiere dei partecipanti: Albania, Germania, Australia, Austria, Belgio, Bulgaria, Canada, Cipro, Croazia, Danimarca, Spagna, Estonia, Finlandia, Grecia, Ungheria, Islanda, Italia, Giappone, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Montenegro, Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Turchia. Per il ministro della Difesa francese, Sébastien Lecornu, l’incontro dei generali è stato ”importante”, in quanto ”pone una prima pietra alle garanzie di sicurezza” per Kiev.
Tra i temi sul tavolo, ha precisato il ministro francese, una riflessione su ciò che ”dovrà essere in futuro l’esercito ucraino, ripartendo quindi dal principio che la prima delle garanzie di sicurezza rimane l’esercito di questo Paese e che rifiuteremo ogni forma di smilitarizzazione dell’Ucraina”. L’idea di dispiegare una forza di peacekeeping in Ucraina è stata recentemente sostenuta dai governi di Parigi e Londra, che ipotizzano una tale opzione solo a guerra conclusa e per scongiurare il rischio di nuovi attacchi da parte della Russia di Vladimir Putin.
Domani, sempre a Parigi, è prevista la riunione dei ministri della Difesa di cinque grandi Paesi europei – Francia Germania, Italia, Polonia e Regno Unito per ”coordinare la propria azione” e il sostegno a Kiev. I ministri – per l’Italia è atteso Guido Crosetto – ”parleranno anche del necessario riarmo dell’Europa e dei singoli Paesi per garantire la nostra sicurezza collettiva sul lungo termine”, riferiscono fonti transalpine alla vigilia dell’incontro nell’antica abbazia reale di Val-de-Grâce.
È la terza volta che i responsabili della Difesa di Roma, Parigi, Berlino, Londra e Varsavia si riuniscono in presenza, in questo formato, dopo una prima riunione in Germania a novembre e una seconda in Polonia a gennaio. Insieme al premier britannico Keir Starmer ed in stretto coordinamento con gli omologhi Ue, Macron moltiplica gli sforzi diplomatici per tentare di mettere a punto un piano di pace che scongiuri il rischio di un ”’cessate il fuoco” negoziato in fretta e furia solo da Stati Uniti e Russia, senza includere l’Europa e soprattutto senza garanzie per Kiev. Nella fitta staffetta Londra-Parigi, Starmer ha convocato per sabato prossimo un nuovo vertice in videoconferenza con i leader di quei Paesi pronti a contribuire al fronte dei volenterosi.
