Esteri

Liz Truss nuovo premier britannico. Lei che non teme la bomba nucleare

05
Settembre 2022
Di Giampiero Cinelli

Il Regno Unito ha un nuovo premier. Che non passa dal voto popolare. Bensì dal voto del suo partito. Liz Truss, attuale ministra degli esteri britannica, succederà a Boris Johnson alla guida della Gran Bretagna dopo che il padre della Brexit aveva annunciato le sue dimissioni da primo ministro, in seguito all’indirizzo dato dai Tories, che hanno la maggioranza alla Camera dei Comuni. Con 81.326 voti contro i 60.399 ottenuti dallo sfidante Rishi Sunak di origini indiane, su 172.000 votanti tra i militanti del partito conservatore, il Regno Unito avrà la sua terza donna a guidare l’esecutivo.

La prassi

«Attueremo il programma – ha ripetuto per tre volte la premier britannica entrante nel suo discorso dopo l’annuncio della vittoria nella elezione interna al partito di maggioranza – Ho vinto da conservatrice e mi comporterò come tale». Domani Boris Johnson, rimasto finora in carica per gli affari correnti, si recherà dalla regina Elisabetta per dimettersi anticipatamente dalla carica di primo ministro e come vuole il protocollo le indicherà di designare al suo posto la nuova leader dei conservatori. A seguire la sovrana riceverà separatamente Liz Truss per “invitarla” a dar vita al suo nuovo governo. I due incontri si svolgeranno per la prima volta da quando Elisabetta II siede sul trono nella residenza scozzese di Balmoral (dove Sua Maestà trascorre tradizionalmente la fine dell’estate fra agosto e settembre), essendo stato consigliato dai medici alla monarca di evitare lo spostamento di quasi mille chilometri fino a Londra.

Chi è Liz Truss

Nata a Oxford nel 1975, la responsabile del Foreign Office del Regno Unito è figlia di un professore di matematica e di un’infermiera di spiccate tendenze laburiste. Cresciuta tra la Scozia e il Canada, tornata in Inghilterra Truss si è laureata in Filosofia. Attiva in politica sin da giovane, nonostante l’aria progressista di casa è entrata a far parte del partito Conservatore nel 1996. Dopo aver lavorato qualche anno in aziende Petrolifere (Shell) e di telecomunicazione (Cable&Wireless), è stata eletta consigliere del distretto londinese di Greenwich nel 2006. Nel 2010 è eletta alla House of Commons. Sottosegretaria all’Istruzione nel 2012, ministra dell’Ambiente nel 2014, ministra della Giustizia e Cancelliera nel 2016 sotto Theresa May, nel 2017 fu spostata a capo della segreteria del Tesoro. Nel 2019 scelse alla fine di non candidarsi ufficialmente alla leadership dei conservatori appoggiando Boris Johnson. Proprio con Johnson primo ministro Truss è diventata prima segretaria per il Commercio internazionale e poi ministra degli Esteri, carica che ha ricoperto fino ora. Di idee chiaramente liberiste, ha detto di ispirarsi a Margareth Tatcher e di voler agevolare il settore privato snellendo la burocrazia. Progressivamente si è convinta sempre di più della Brexit e la difenderà, si è inoltre espressa criticamente nei confronti del radicalismo della Woke Culture e della Cancel Culture, pur non trascurandone le ragioni di fondo.

I suoi impulsi bellici

La nuova premier non è molto nota in Italia, ma dalle nostre parti tutti la ricollegano adesso a delle sue affermazioni molto forti riguardo alla questione ucraina. Quando ad agosto ha apertamente dichiarato di essere disposta a «premere il pulsante nucleare. Credo sia una grande responsabilità e sono pronta a farlo». La ministra degli esteri aveva anche dichiarato di voler fare di tutto per svelare attraverso l’intelligence i tentativi del Cremlino di influenzare le democrazie occidentali. Ribadendo il pieno sostegno, soprattutto in armi, a Kiev. La prova insomma di quale sia l’approccio degli inglesi alla politica estera, spesso aggressivo come lo fu sul versante iracheno nel 2003, anche quella volta a fianco degli americani. Forse a Londra più di tutti sarebbero favorevoli a una guerra su larga scala? Non possiamo affermarlo, ma le uscite pubbliche, anche quelle del nuovo primo ministro, non rassicurano.

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