Esteri

Lavrov: «Porre fine al monopolio dell’Occidente. La Cina è amica»

15
Febbraio 2023
Di Giampiero Cinelli

Se per caso il popolo russo avesse bisogno di ulteriori motivazioni per continuare una guerra che si è rivelata lunga, oltre ad essere di complessa genesi, e i cui risultati sul campo non permettono ancora di tirare le somme, il ministro degli esteri di Mosca Sergej Lavrov sa sicuramente quali corde andare a toccare e nel suo discorso di oggi alla Duma (la camera bassa del parlamento russo) è perentorio: «La nostra politica estera sarà mirata a porre fine al monopolio dell’Occidente nel determinare le relazioni internazionali».

Lavrov prosegue volendo ammantare di dignità e giuridicità il progetto, facendo riferimento a un qualche tipo di saggezza geopolitica: «Il quadro della vita internazionale dovrebbe d’ora in poi essere determinato non dagli interessi egoistici dell’Occidente, ma da una base abbastanza universale di un equilibrio di interessi, come richiesto dalla Carta delle Nazioni Unite, che ha sancito il principio dell’uguaglianza sovrana di tutti gli Stati».

Poco importa, nella logica del navigatissimo Lavrov che la Russia abbia anzi violato la sovranità dell’Ucraina e che una guerra è antitetica rispetto al senso di un’organizzazione come l’Onu, quello che a lui interessava far passare è che questo conflitto è giusto combatterlo, perché anche se molti cittadini non reputano così importante la conquista del Donbass, dovrebbero certamente preoccuparsi di essere soggiogati dal blocco a loro avverso, quello della Nato.

Pechino sta con Mosca

Ma anche Mosca non è sola. E può contare sulla potenza cinese. Il ministro degli esteri lo ribadisce: «La Russia sta lavorando sul rafforzamento della cooperazione con Cina e altri Paesi amici. Insieme agli amici cinesi, stiamo lavorando vigorosamente per semplificare un partenariato strategico bilaterale che ha raggiunto un livello storicamente senza precedenti». Inoltre, il diplomatico ha osservato che si stanno sviluppando le relazioni di un partenariato strategico privilegiato anche con l’India. Secondo Lavrov, si stanno rafforzando i legami anche con Brasile, Iran, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Turchia, Arabia Saudita e Sudafrica. «I tentativi di isolare la Russia sono falliti, i nostri nemici sono costretti ad ammetterlo».

E ritorna anche nelle frasi pronunciate alla Duma il tema classico della “sindrome d’accerchiamento russa“, screditando Kiev e palesando l’ostilità: «La politica di Washington e dei suoi alleati europei di trasformare l’Ucraina in una testa di ponte anti-Russia ha raggiunto il punto di non ritorno. La guerra ibrida dell’Occidente mira a circondare la Russia e trasformarla in uno Stato canaglia». Dunque il riferimento all’incidente del Nord Stream: «I politici occidentali mentono sui mandanti degli attacchi al Nord Stream, proprio come hanno fatto con gli accordi di Minsk».

Messaggi chiarissimi. Da chi non parla mai a caso. Né la Russia né l’Occidente devono rallegrarsi dello stato dell’arte. Una via diplomatica è quantomai necessaria. Invece che scommettere su chi si fermerà prima.

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