Esteri

L’asse Roma-Parigi si rafforza. La strategia francese per il suo semestre UE

15
Gennaio 2022
Di Flavia Iannilli

«C’è bisogno di un’Europa più forte per affrontare le sfide di questo secolo» Le parole che chiudono il discorso sulla strategia francese per il semestre UE dell’Ambasciatore di Francia a Roma, Christian Masset, ascoltato questa settimana in Commissione Politiche Ue al Senato.

L’occasione è l’inizio della presidenza francese al Consiglio Ue. Sul piatto della bilancia vengono pesate la risposta dell’Unione alla crisi sanitaria con strumenti come il Next Generation EU, i flussi migratori e i passi in avanti dell’UE nel contrasto alla pandemia.

I punti stilati per questi primi sei mesi trovano una base solida all’interno del programma della Commissione europea. A questi si aggiungono le sfide proprie del nostro tempo dalla speranza di vincere la pandemia tramite l’estensione della vaccinazione alla crisi economica in corso, dalla stringente emergenza climatica alla questione sociale fino ai problemi geopolitici che avanzano ad alta velocità.

Cosa può fare l’Europa? Le trasformazioni in atto dimostrano che uno sforzo su scala nazionale è importante, ma diventa più significativo se, unendo le forze, l’impegno avviene su scala europea. “Fabrum esse suae quemque fortunae” e per essere padroni del proprio destino la presidenza francese ha deciso che la “sovranità europea” sarà il filo conduttore del semestre.

Affinchè questo avvenga sono stati scelti tre assi portanti. La protezione delle frontiere è il primo passo per garantire la sovranità. Per renderlo possibile Masset ritiene che ci sia bisogno «di una riforma importante dell’area Schengen, con meccanismi efficaci per i Paesi che affrontano casi di emergenza». Il riferimento a quanto accaduto ai confini in Bielorussia, con particolare attenzione all’immigrazione, fornisce un esempio lampante.

In secundis la difesa e la sicurezza, per essere efficaci c’è bisogno di un tracciamento ed una consapevolezza comune di minacce ed interessi. Altrettanto importanti, per questo asse, sono la definizione di partenariati, di capacità e di strumenti per poter agire in qualità di comunità europea.

Il terzo pilastro è la stabilità del vicinato che, a sua volta, ha tre priorità. La prima riguarda sia il vertice UE – Unione africana, che si terrà il 17 e il 18 febbraio coprendo un partenariato rifondato per investimenti, salute e sicurezza; che la riunione ministeriale sull’indopacifico del 22 febbraio. La seconda è la progettazione di un nuovo modello di crescita economica, «Agendo con determinazione e guardando oltre, verso l’orizzonte 2030. Guardando all’avanguardia delle tecnologie, spingendo progetti importanti che riguardano idrogeno, cloud e salute. Facendo sforzi a favore del clima senza andare a scapito delle nostre imprese. Ma come li finanziamo?» La domanda retorica di Masset trova risposta nelle parole del Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi: «Non tutto si farà con i privati, ma esiste il buono e il cattivo debito e bisogna adattare il patto di stabilità alle esigenze che richiedono tali investimenti».

L’ultima priorità è un’Europa più umana ed il conseguente senso di appartenenza ad essa. A maggio 2022 verranno tirate le somme con la chiusura della Conferenza sul futuro dell’Europa. Una volta conclusa la conferenza verrà stilata una “TO DO LIST” che farà emergere non solo quanto dovrà essere programmato, ma anche i valori identitari europei, cari a David Sassoli quanto a Masset.

Sei mesi sono pochi per portare avanti temi di questa portata, Masset ne è perfettamente consapevole, ma ribadisce e conclude: «L’Europa sarà forte se si farà trovare unita. E c’è bisogno di un’Europa forte per affrontare le sfide di questo secolo».

APPUNTAMENTI DEL SEMESTRE DI PRESIDENZA FRANCESE AL CONSIGLIO UE

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