Esteri

La Spagna vira a destra: asse con il governo Meloni?

29
Maggio 2023
Di Paolo Bozzacchi

Talvolta anche le elezioni amministrative fanno cadere i governi. È il caso della cocente sconfitta del premier e leader del partito socialista di Pedro Sànchez nelle elezioni amministrative appena concluse in Spagna. Sànchez a sorpresa si è dimesso da premier, ha sciolto le Camere e di fatto indetto elezioni anticipate per il prossimo 23 luglio. Particolare di non poco conto, la Spagna assumerà la Presidenza Ue di turno a partire dal prossimo primo luglio.

Le lezioni spagnole

Elezioni politiche estive bollenti e anticipate, dunque. Anche se non sarà un largo anticipo, visto che erano comunque previste per dicembre. Dalla Spagna arrivano intanto un paio di buone pratiche anche per l’Italia. La prima è che in politica è meglio prevenire che curare. L’emorragia di consenso per la sinistra spagnola non nasce poche settimane fa, ma di fronte ad una cocente sconfitta elettorale (anche solo amministrativa) Sànchez ha preferito cambiare subito e molto anche sul piano nazionale. La seconda è che ci si può (e deve) dimettere quando il proprio progetto politico non incontra più i desiderata del proprio elettorato. E Sànchez lo ha fatto con grande stile, assumendosi personalmente la sconfitta.

“Serve un chiarimento della volontà del popolo spagnolo” ha detto Sànchez  “un chiarimento delle politiche che il governo nazionale deve applicare e un chiarimento delle forze politiche che devono guidare questa fase. Esiste un solo metodo infallibile per risolvere questi dubbi. Questo metodo è la democrazia e, pertanto, credo che la cosa migliore sia che gli spagnoli prendano la parola e si esprimano senza indugio per definire la direzione politica del Paese”. 

La virata a destra delle amministrative

Le 12 Regioni e gli oltre 8mila comuni spagnoli sono stati tutti coinvolti dalle amministrative. Il centrosinistra non solo è stato sconfitto a Madrid, Barcellona, Siviglia e Valencia. È stato spodestato o battuto in quattro comunità autonome e due regioni dal Partito Popolare, che in caso di accordo con gli ultraconservatori di Vox, ha i numeri per governare la Comunità Valenciana, Aragona, Extremadura, La Rioja (in solitaria), Cantabria e Baleari. Mantenendo inoltre il governo della comunità di Madrid e della Murcia. 

Il Psoe è riuscito a mantenere la guida della regione di Castiglia La Mancia (dove il tradizionale vantaggio si è nettamente assottigliato), della Navarra e delle Asturie.

La buona notizia per il governo Meloni
Non fraintendete. La buona notizia per il governo Meloni non è la soddisfazione di veder cadere il governo dal quale la premier Meloni aveva ricevuto critiche per bocca della vicepremier e ministro del lavoro Yolanda Diaz sulla qualità delle riforme italiane. La good news è molto meno sottile e più concreta. In vista delle elezioni europee del prossimo giugno, il peso del centrodestra europeo sembra vivere un trend di deciso consolidamento. E per chi come la Meloni intende governare per almeno un’intera legislatura (i numeri glielo consentono agevolmente) oggi non può che essere una giornata favorevole.

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