Esteri

La guerra dei palloni che non diventerà la guerra dei mondi

15
Febbraio 2023
Di Giampiero Gramaglia

Per ora, è la guerra dei palloni. Ma c’è già chi fantastica che possa diventare la guerra dei Mondi, come nel romanzo del 1897 di H.G.Wells, trasposto sulle onde radio da Orson Welles nel 1938 e sugli schermi nel 2005 da Steven Spielberg: un’invasione di marziani, sconfitti dai batteri (e non dalle armi).

In nove giorni, il Pentagono ha abbattuto nei cieli nord-americani una sonda cinese e tre oggetti non identificati, ‘classici’ Ufo (Unidentified Flying Objets), di cui non si conosce né la provenienza né le finalità. L’ultimo, tirato giù domenica 12, sopra il lago Huron, nel Michigan, tra Usa e Canada, viene descritto come “un oggetto metallico ottagonale”; per gli altri due si era inizialmente parlato di forma cilindrica, salvo poi correggere il tiro. Non propriamente palloni, dunque.

La successione degli eventi è stata serrata. Prima, sabato 4, il pallone d’osservazione cinese abbattuto da un F-22, quando, dopo avere sorvolato tutto il Nord America con rotta Nord-Ovest Sud-Est, era arrivato sull’Atlantico, al largo della South Carolina. Poi, tre oggetti non identificati intercettati di fila tra venerdì 10 e domenica 12: sull’Alaska, sul Canada e, l’ultimo, sul Lago Huron.

Le informazioni arrivano a spizzichi e bocconi e innescano congetture e speculazioni: Cina, Russia e/o chi altri si sono messi improvvisamente a invadere il cielo americano con palloni-sonda spia? Oppure, lo hanno sempre fatto, ma le amministrazioni statunitensi avevano sempre fatto finta di nulla? Oppure, qualcuno sta mettendo alla prova le capacità di difesa statunitensi? Oppure – ipotesi che nessuno avalla, ma su cui si scatenano le macchinazioni dei complottisti – la Terra è sotto attacco e gli oggetti non identificati sono l’avanguardia di un corpo di spedizione alieno?

Il Pentagono sta recuperando i resti del pallone cinese: è l’unico la cui origine è stata fin qui stabilita con assoluta certezza – la Cina ammette che sia suo, ma sostiene che fosse una sonda meteorologica finita fuori controllo -. I reperti, recuperati meno agevolmente e quindi più lentamente del previsto, vengono attualmente portati in un laboratorio dell’Fbi a Quantico, in Virginia, per essere repertoriati e studiati.

Stando alle prime risultanze, citate dai media Usa, il pallone cinese era equipaggiato per captare informazioni al suolo, con una tecnologia “ben superiore a quella delle sonde meteorologiche”, e faceva parte di un vasto programma di sorveglianza aerea di natura militare, che interesserebbe oltre 40 Paesi. Pare che, fra il materiale recuperato, vi sia il carico posto sotto il pallone, del peso di circa una tonnellata, che comprendeva componenti elettroniche di particolare importanza.

Si è appreso che, prima dell’abbattimento del pallone, c’erano stati contatti tra le massime autorità militari di Usa e Cina, senza però trovare un’intesa sul da farsi (c’è chi dice che il ‘telefono rosso’ cinese avrebbe addirittura squillato a vuoto).

Gli Stati Uniti e il Canada potrebbero, invece, non essere in grado di recuperare i detriti degli altri tre oggetti abbattuti su zone remote e gelide, il sud-est dell’Alaska, lo Yukon canadese e lo Huron. La Casa Bianca s’affanna a respingere il mulinare di teorie cospirative, comprese quelle su Ufo e marziani. Ma, “se i resti non saranno recuperati, sarà estremamente difficile dire con certezza che cosa fossero queste cose e da dove venissero”, ammette un portavoce.

Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby, che difende le scelte fatte dalle critiche dei repubblicani, giustifica la lentezza nel recupero dei resti del pallone cinese abbattuto con le condizioni meteo e di mare difficili e assicura che l’Amministrazione farà di tutto per recuperare quel che resta di quella sonda e per trovare qualche reperto degli altri oggetti.

In assenza di materiale da esaminare, ci si affida all’intelligence e ai dati ricavati dalle osservazioni di piloti militari statunitensi, oltre che dalle segnalazioni di piloti di linea civili; inoltre, si studiano le modalità di volo degli oggetti prima che fossero abbattuti. La mancanza di prove non impedisce di puntare il dito o, almeno, di indirizzare i sospetti sulla Cina, anche se Kirby insiste: gli Stati Uniti non hanno alcun elemento per affermare che i tre oggetti non identificati abbattuti facessero parte d’un programma di spionaggio cinese.

Nessuno, del resto, ne reclama la proprietà o ne lamenta la distruzione, anche se non si esclude che gli oggetti fossero “legati a qualche finalità commerciale o, comunque, non ostile”

Quello abbattuto sabato sopra i cieli canadesi era un “piccolo pallone metallico con un carico legato sotto di esso”, scrive il Pentagono, in una nota al Congresso, che l’Ap e la Cnn dicono di avere letto. In precedenza l’oggetto era stato invece descritto, dalle autorità canadesi, come di forma cilindrica. Nella nota al Congresso, i militari parlano pure degli oggetti distrutti sopra l’Alaska e sullo Huron. Del primo, scrivono che “dopo l’impatto è sceso lentamente”: il secondo è descritto “grande quanto una piccola auto”, quindi molto più piccolo del pallone cinese, paragonato a tre scuolabus.

Le operazioni di intercettazione non sono state impeccabili: domenica, un primo missile ha mancato il bersaglio ed è caduto nel lago. Questi e altri particolari aumentano la pressione sul presidente Usa Joe Biden perché rompa il silenzio su questa sequela di inconsueti episodi.

L’intera vicenda innesca ulteriori tensioni diplomatiche tra Usa e Cina. Pechino respinge le accuse e rilancia: accusa Washington di avere fatto volare “palloni sul Mondo entrati illegalmente in Cina e in altri Paesi importanti almeno 10 volte” in dieci mesi, dal maggio 2022. Pechino, però, non offre prove delle sue affermazioni e Washington nega in modo perentorio.

Lo stallo del ‘Balloon-gate’, la guerra dei palloni, tiene in sospeso il tentativo di ‘reset’ delle relazioni bilaterali, anche se una ripresa del dialogo appare inevitabile e neppure lontana. Biden, pur pressato dai repubblicani, minimizza l’incidente. E il segretario di Stato Antony Blinken, dopo il rinvio del viaggio a Pechino, sta valutando se incontrare alla conferenza di Monaco sulla sicurezza il collega cinese Wang Yi.