Esteri

Ue, approvata l’esenzione del visto per i cittadini del Kosovo

19
Aprile 2023
Di Giampiero Cinelli

Martedì i legislatori dell’Unione europea hanno decretato che, dal prossimo anno, i cittadini del Kosovo potranno iniziare a viaggiare liberamente in Europa senza visto. L’entrata in vigore dell’esenzione dal visto dovrebbe diventare effettiva dal primo gennaio del 2024. Ai cittadini del Kosovo sarà quindi garantita la libera circolazione nell’area di Schengen composta 27 nazioni, più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera, per periodi fino a 90 giorni ogni sei mesi, senza bisogno di passaporto. L’ex provincia serba – e il cui status di nazione indipendente non è ancora riconosciuto da molti Paesi del mondo – è stato l’ultimo Paese della regione dei Balcani occidentali a siglare tali accordi di viaggio con l’UE. Il Kosovo ha inoltre fatto richiesta di adesione all’UE, passaggio che però richiede l’adeguamento di numerose leggi agli standard dell’Unione.

Il presidente kosovaro Albin Kurti dopo l’ufficialità ha spinto sulla leva dell’ottimismo, affermando che «Questo ci porta un importante passo avanti verso l’Unione europea e contribuisce alla ricchezza che offre l’Ue. Ringrazio gli eurodeputati per il loro sostegno». Secondo i dati della Commissione Europea dal 2018 al 2021 i cittadini del Kosovo hanno presentato 268.846 domande di visto per i 26 paesi dell’area Schengen, e solo 20.040 di queste sono state concesse.

Lo scenario

L’auspicio del presidente Kurti tuttavia sembra glissare sul fatto che il processo di adesione non è agevole per un aspetto in particolare, quello della relativa sicurezza del Kosovo, che come sappiamo vive storiche tensioni con la Serbia che non ne riconosce l’autonomia e anzi ne rivendica la competenza territoriale. L’Unione Europea nel rapporto tra Pristina e Belgrado non ha esitato a giocare un ruolo, come ultimamente nel novembre scorso, quando ha mediato fattivamente affinché i due Paesi trovassero un accordo sulla questione delle targhe delle auto, quando da una parte i serbi emettevano targhe con riferimento a città del Kosovo e i kosovari multavano i proprietari di veicoli con targa serba che non avevano adempiuto alla re-immatricolazione. Il caso aveva determinato disordini con episodi di uso di armi da fuoco nelle zone di confine. Alla fine la Serbia ha accettato di non emettere più targhe indicanti città del Kosovo e Pristina si è impegnata a cessare qualsiasi provvedimento sui guidatori.

Le forze in gioco

Come gli esperti avevano già osservato, il Kosovo è determinato a mandare in porto l’entrata nell’Unione, a patto che ciò non significhi la rinuncia a parte del suo territorio. Ecco perché le autorità di Pristina sanno che il dialogo con la Serbia sarà ancora fondamentale nel processo, e che se dovesse arenarsi, può dare adito a nuovi fermenti regionali e spinte verso est. Ma secondo la diplomazia uno snodo importante era intanto la liberalizzazione dei visti e su quello l’Ue ha risposto. Conscia del fatto che questa è anche una scelta di campo, non facile, poiché limpidamente in chiave non filo-serba e quindi, in fondo, anti-russa. Infatti, sebbene anche la Serbia sia candidata ad entrare in Ue, i suoi negoziati sono in stallo da anni e il Paese ha ribadito di voler avere un rapporto amichevole con il Cremlino, desiderio sottolineato dal non aver ancora aderito alle sanzioni, nonostante le forti pressioni e posizioni discordanti in merito nelle istituzioni.

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