Esteri

Julian Assange è stato liberato. I dettagli e la vicenda

25
Giugno 2024
Di Giuliana Mastri

Julian Assange, fondatore del sito di inchieste giornalistiche WikiLeaks, è stato liberato dal carcere inglese di Belmarsh dove era detenuto da cinque anni e sta tornando in Australia. Apparso in buone condizioni nel video in cui sale le scale dell’aereo che lo riporta in patria, ha ottenuto la libertà su cauzione da parte dell’Alta Corte di Londra, dopo un accordo raggiunto con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.

I termini del patteggiamento
Secondo le fonti ufficiali, il giornalista australiano ha «accettato di dichiararsi colpevole dell’accusa di cospirazione per aver ottenuto e diffuso informazioni sulla difesa nazionale». Questo l’accordo che i suoi legali avrebbero raggiunto con il Dipartimento di Giustizia americano, che farà in modo che il pubblico ministero possa chiedere una condanna a 62 mesi di carcere, tempo che equivale al periodo che Assange ha già scontato nel Regno Unito mentre combatteva contro l’estradizione.

La cronaca
Questa mattina Assange si è imbarcato all’aeroporto londinese di Stansted, prevista una tappa di due giorni (oggi e domani mercoledì) nelle Isole Marianne Settentrionali. Lì dovrà presentarsi davanti ad una corte statunitense, dichiararsi colpevole del reato di uso improprio di documenti ufficiali, ricevere una sentenza di cinque anni ed uscire dal tribunale come uomo libero. Raggiungerà poi l’Australia mercoledì sera.

Cosa succederà davanti ai giudici
Le Isole Marianne Settentrionali costituiscono, dal 1986, un “territorio non incorporato” degli Usa dopo essere stato un territorio fiduciario strappato ai giapponesi nel 1944 durante la seconda guerra mondiale. La corte marianna, che ha sede nella capitale Saipan, è la giurisdizione statunitense più lontana dalla terraferma USA e la più vicina all’Australia. Secondo Sarah Galashan, esperta legale dell’emittente canadese CBC News, il patteggiamento consisterà nell’accettazione di un documento già concordato con gli avvocati di Julian e depositato in tribunale insieme ad una lettera rivolta al giudice di Saipan. Il documento descrive in dettaglio l’asserito reato che sarebbe stato commesso da Assange insieme al suo informatore Chelsea Manning. Accettandolo Julian dovrà confessare in cambio di una sentenza di 62 mesi ma con il riconoscimento del tempo da lui già passato in carcere.

Le reazioni in Australia
L’Australia, intanto, si prepara ad accogliere il suo concittadino. Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha commentato su X il ritorno del giornalista nel suo Paese: «Il governo australiano ha costantemente affermato che il caso del signor Assange si è trascinato troppo a lungo e che non c’è nulla da guadagnare continuando la sua incarcerazione». Christine Assange, madre del fondatore di WikiLeaks, ha dichiarato ai media australiani di essere «grata che il calvario del figlio stia finalmente giungendo al termine. Ciò dimostra l’importanza e il potere della diplomazia silenziosa. Molti hanno sfruttato la situazione di mio figlio per portare avanti i propri programmi, quindi sono grata a quelle persone invisibili e laboriose che hanno messo al primo posto il benessere di Julian. Gli ultimi 14 anni hanno messo a dura prova me come madre».

Si attende l’ufficialità
Ora l’attenzione mondiale è focalizzata sull’attesa della conferma del patteggiamento: l’attivista infatti dovrebbe comparire in tribunale mercoledì mattina (ora locale).

Lo scalo in Thailandia
Un video pubblicato da Wikileaks mostra Julian Assange a bordo di un aereo che atterra a Bangkok. Poi scende e sale su un furgone, viene ripreso mentre parla con l’Alto Commissario britannico Stephen Smith, seduto accanto a lui. Quello in Thailandia è uno scalo tecnico prima di ripartire verso le Isole Marianne, territorio statunitense nel Pacifico.

La vicenda
Julian Assange, classe 1971, è un giornalista, attivista e programmatore informatico australiano, da anni in lotta nei tribunali per difendersi da varie accuse. Il caso Wikileaks rappresenta quella principale ed è relativa ai reati informatici ai danni del governo americano, emersi nel 2010. L’uomo si era rifugiato presso l’ambasciata ecuadoriana a Londra nel giugno 2012 e vi era rimasto fino all’aprile 2019, quando gli venne revocato l’asilo permettendo ai servizi segreti inglesi di arrestarlo. Durante la permanenza in ambasciata sposa Stella Morris, avvocatessa sudafricana da cui ha avuto due figli. Dagli Stati Uniti Assange ha ricevuto 17 capi d’accusa e rischiava di scontare per ognuno di essi dieci anni di carcere. La diffusione dei materiali secretati costituisce un illecito in virtù dell’Espionage Act. Non tanto per via della pubblicazione del materiale, ma per il fatto di averlo ottenuto hackerando i sistemi e con la collaborazione dell’ex militare Bradley Manning, oggi donna e di nome Chelsea Manning. Il materiale diffuso provava crimini di guerra fatti dagli americani. L’amministrazione di Washington aveva inoltre accusato Assange di aver collaborato con il Cremlino per influenzare le elezioni del 2016. Donald Trump Jr. aveva pubblicato i messaggi con le conversazioni avute con Wikileaks.

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