Esteri
Italia-Germania, il patto per l’economia. Possibilità e dubbi
Di Giampiero Cinelli
Italia e Germania sempre più partner strategici? Tutti gli indizi dicono di sì, dopo l’accordo intergovernativo firmato a Berlino tra il Cancelliere Olaf Scholz e il premier Giorgia Meloni. Il memorandum contempla varie materie tra cui soprattutto l’economia, l’energia, l’ambiente, la difesa. Un modo per rafforzare la cooperazione in una fase dove le due maggiori manifatture d’Europa hanno bisogno di ritrovare dinamismo e compattezza. Ma i rapporti internazionali sono sempre complessi e i dettagli dell’azione restano ancora poco chiari, peraltro vi è da approfondire in quale modo l’intesa si concilierà con la riforma del Patto di Stabilità europeo, che è in trattativa e su cui Roma e Berlino hanno orientamenti diversi.
«Si fanno dei passi in avanti giorno dopo giorno in una trattativa che facile non è: partiamo da necessità diverse ma avere la capacità di chiarirle aiuta a cercare posizioni di sintesi. La posizione della Germania richiama soprattutto il rientro del debito: stiamo cercando un punto di incontro migliore piano piano per un patto che sia possibile rispettare, stiamo lavorando per una soluzione possibile, serve a noi e alla Ue nel suo complesso», ha spiegato Meloni alla stampa. «Se si volesse avere un’idea sui numeri possibili di rientro del debito, non posso farlo se non so cosa accade agli investimenti – ha rimarcato il premier –. Per quello facciamo piccoli passi in avanti cercando una sintesi che non è facile ma può sbloccare la trattativa. È difficile dare una risposta su una cosa se non si conosce l’altra».
Le parole di Meloni fanno riferimento alla volontà dell’Italia di disimpegnare gli investimenti in sviluppo dalla valutazione sul debito pubblico e dall’eventuale computo di un piano di rientro. Aspetto questo fondamentale, che non è nuovo, ma che neppure Mario Monti riuscì ad ottenere a suo tempo.
I leader hanno menzionato la grande connessione tra i due Paesi nel settore dell’automotive, un nucleo produttivo che però ha bisogno di più utili politiche energetiche e, di conseguenza, anche di difesa, siccome le crisi internazionali influenzano il prezzo delle materie prime. Giorgia Meloni non ha negato comunque che il sostegno all’Ucraina continuerà, così come per la Germania, e ha auspicato una soluzione a due Stati nella crisi tra Israele e Palestina.
Un passaggio anche riguardo all’operazione Ita-Lufthansa, con l’aumento di capitale da parte dei tedeschi che entrerebbero al 41% nell’azionariato fino alla totale acquisizione nel 2033. Così Meloni: «Su Lufthansa siamo pronti la settimana prossima a inviare la notifica alla Commissione europea. Avendo risolto un problema che da tempo l’Europa chiede di risolvere, auspichiamo una risposta immediata. Abbiamo fatto un ottimo lavoro insieme».