Senza soluzione di continuità. Questo il sentiment dell’attuazione del piano Mattei del governo Meloni per l’Africa. Il Paese protagonista di questa settimana è l’Angola, realtà occidentale di oltre 34 milioni di abitanti dotata di grandi risorse naturali e minerarie, che è il terzo partner commerciale sub-sahariano dell’Italia, dopo Sudafrica e Nigeria. Già da lunedì una delegazione di alto livello presieduta dal presidente angolano, Joao Lourenco e dal ministro degli Esteri, Tete Antonio, è sbarcata a Roma per una visita di Stato.
Agenda della visita di alto livello
Oggi (mercoledì ndr) il presidente Lourenco è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e dal premier Giorgia Meloni. Oltre che dai Presidenti delle Camere, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana. Durante la settimana di visita l’Angola incontrerà anche i ministri degli Esteri, Antonio Tajani, della Difesa, Guido Crosetto e delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Obiettivo? Rafforzare ulteriormente i rapporti Italia-Angola, già molto ben strutturati. Le intenzioni del governo Meloni sono chiare, confermate ulteriormente dal Forum economico Italia-Angola che si terrà domani organizzato da Confindustria Assafrica & Mediterraneo, in collaborazione con l’Agenzia degli investimenti e della promozione delle esportazioni dell’Angola (Aipex). Per i vertici angolani sono previsti anche incontri con gli Ambasciatori di diversi Paesi europei in Italia, tra cui Grecia, Malta, Albania e Cipro. La visita di Stato angolana restituisce quella ufficiale di Mattarella in Angola datata febbraio 2019, e replica quella inizialmente prevista per il 2020 e rimandata causa Covid-19.
Scambi commerciali Italia-Angola
L’Italia con l’Angola può contare su un vantaggio competitivo rispetto agli altri Paesi europei, perché nel 1976 il nostro è stato il primo paese occidentale a riconoscere la proclamata Repubblica d’Angola. Anche l’interscambio commerciale è importante, visto che nel 2022 ha fatto registrare 400 milioni di controvalore con un saldo favorevole all’Italia per 160 milioni di euro. Il trend è solido, con una crescita di oltre il 10% dell’export italiano nei primi 10 mesi del 2022 e un import italiano da 1,3 miliardi di euro basato sull’acquisto di greggio. Il settore Oil&Gas, così come la filiera agricola sono gli ambiti di più alto interesse italiano in Angola.
Eni in Angola
Eni in particolare, soprattutto attraverso la joint venture con Bp Azule Energy, è presente nel paese da oltre 40 anni. Porta avanti attività di produzione ed esplorazione basata sull’offshore convenzionale, su una superficie di oltre 33mila Km quadrati. Non solo. Partecipa con una quota del 13,6% al consorzio Angola Lng (Alng) che tratta a Soyo circa 10 miliardi di metri cubi di “feed gas” (di alimentazione) all’anno e liquefà oltre 5 milioni di tonnellate di Gnl. Durante la visita è prevista la firma di una nuova intesa tra Eni e l’Angola sulle rinnovabili.
Mattarella e Lourenco
“I rapporti bilaterali sono eccellenti”, ha commentato Sergio Mattarella ospitando al Quirinale Lourenco insieme al ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “C’è una grande collaborazione che ha ampi margini di ampliamento, soprattutto nel settore economico”, ha commentato Mattarella. “L’interscambio con l’Angola è molto ampio sull’energia, e lavoriamo perché si estenda ad altri settori come le rinnovabili, le infrastrutture e l’agroalimentare”. La delegazione angolana guidata da Lourenco tornerà al Quirinale in serata per una cena di Stato offerta dal nostro Presidente. Il leader africano ha assicurato a Mattarella il sostegno alla candidatura italiana per Expo 2030. Mentre Mattarella ha garantito il suo impegno presso l’Unione europea perché cresca la collaborazione UE-Angola. Sugli scambi commerciali, Lourenco: “Oltre ai settori di energia, agricoltura, difesa e sicurezza, si può puntare sull’industria del legname, dei mobili e della farmaceutica. Abbiamo porte aperte per ricevere e accogliere gli investitori italiani”.
Il piano Mattei per l’Africa in fase di sviluppo
Proprio come il modello di Mattei, il governo Meloni pensa a un “modello di cooperazione non predatorio, in cui entrambi i partner devono poter crescere e migliorare”. Il piano, va ricordato, prevede di arrivare entro due anni al totale sganciamento dal gas russo, per poi crescere progressivamente come hub di distribuzione di energia dal Nord Africa al cuore dell’Unione europea. In questo senso va letta la visita di Stato dell’Angola in Italia, che arriva in un momento che pare di rimodulazione dei rapporti tra Luanda e Pechino. Dall’inizio dell’anno non solo l’Angola, ma anche Repubblica democratica del Congo, Algeria, Egitto e Zambia, hanno registrato una drastica riduzione dell’export verso la Cina, nonostante la stipula da parte di Pechino di diversi accordi per garantire alle merci africane un accesso al mercato nazionale esente da dazi. Contrariamente, le esportazioni cinesi verso l’Africa sono aumentate del 26,9% su base annua, con un valore di 58,9 miliardi di dollari. Da gennaio ad aprile, l’interscambio Cina-Africa è aumentato complessivamente dell’8,9% arrivando a quota 94,4 miliardi di dollari.