Esteri

“Israele, perché la strategia italiana è l’unica possibile”

19
Ottobre 2023
Di Marco Scurria

Sono entrati violentemente nelle loro case, nei loro villaggi mentre la loro vita scorreva indisturbata. All’improvviso un terremoto nell’anima, nei loro corpi riversati a terra. I loro bambini e anziani portati via, chissà dove. Hanno inseguito migliaia di giovani, sulle note di una musica elettronica interrotta da colpi di kalashnikov. Gli esecutori hanno gridato Allah è grande, e non Palestina libera. Tutta questa atrocità, tutta questa disumanità perché? Per essere ebrei, per sostenere ed affermare la propria identità.
Pagina di una storia purtroppo già vista quasi un secolo fa, durante la Seconda Guerra Mondiale. Una storia che non doveva essere scritta nuovamente, ma solo ricordata affinché ciò non si verificasse mai più, in nessuna parte del mondo. Il monito non è servito a coloro che per tutto questo tempo non hanno condiviso, bensì minato, i valori di pace e cooperazione tra i popoli.
Non ci sono esseri umani, uomini, donne, bambini di serie A o di serie B. Tutti hanno diritto di esistere, tutti hanno diritto di difendersi e proteggere la loro terra, le loro vite.
Da una parte ci i sono solo spietati terroristi, operatori di morte e dall’altra, uno Stato che reagisce, che vuole proteggersi.

Israele, infatti, sta difendendo le sue vite, ma anche le nostre. Sta combattendo per i valori e le vecchie battaglie dell’Occidente, per il principio di libertà, per la democrazia, per la convivenza civile.
Liberare lo Stato di Israele dai terroristi di Hamas è l’obiettivo di quella gran parte di mondo che ha scelto di stare dalla parte dell’unica via possibile, quella della pace. Al contrario di Hamas, miliziani di un Iran nemico della pace e promotore di paura, di vite distrutte, portate via, nascoste e tenute nel buio, in quello più scuro della nostra storia recente.

Come Occidente siamo compatti e determinati per porre fine a questa guerra per estirpare chi la finanzia e alimenta, per liberare gli ostaggi e le vittime di questa barbara violenza armata. È necessario disarmare le menti e le culture di chi coltiva odio in nome di un Dio, camuffato da giustiziere. “Liberare” le piazze italiane ed europee animate da cortei di giovani che etichettano Israele come uno stato assassino, sovrapponendo due situazioni ben distinte Hamas e la Palestina, inconsapevole vittima dello spregiudicato gruppo terroristico.

Gli sviluppi di questa pericolosa situazione avvengono in modo imprevedibile, ma rapido e altrettanto rapidamente, come comunità internazionale dobbiamo intervenire anche in termini di prevenzione per evitare un ampliamento del conflitto, un punto dal quale poi tornare indietro diventerebbe difficile, se non impossibile. Quanto tempo dovrà ancora passare per muovere dei passi decisivi sulla questione Iran e nucleare? Prevenire, se fatto seriamente vuol dire salvare vite umane, civiltà ed economie. Hamas è un vasto gruppo terroristico, sì pericoloso, ma comunque gestibile militarmente. Al contrario l’Iran, uno Stato vero e proprio, che potrebbe avere una bomba atomica con la quale cambiare per sempre la storia dell’umanità. Siamo ancora in tempo per fermare tutto ciò ?

L’Italia in questa vicenda sta dimostrando grande solidità politica schierandosi fermamente al fianco di Israele. Fino a qualche anno fa il nostro Paese si trovava ai margini di ogni decisione, nel mondo diplomatico e internazionale. Con il Governo Meloni, invece l’Italia ritorna ad avere finalmente un ruolo centrale nella politica estera. È ulteriore prova di ciò infatti il vertice, che si è svolto pochi giorni fa, sulla questione in Medio Oriente, con la premier Meloni, il presidente americano Biden, il cancelliere tedesco Scholz, il primo ministro inglese Sunak e il presidente francese Macron. Il grande lavoro diplomatico che l’Italia sta svolgendo nei confronti della guerra in Israele, in Ucraina e sulla questione migranti nel Mediterraneo, conferma la sua credibilità di partner strategico di azioni diplomatiche ed economiche nel mondo.

Marco Scurria, senatore FdI, presidente del Tfi (Transatlantic Friends of Isreal

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