Esteri

Israele e Ucraina, se Kiev può davvero restare sola

06
Novembre 2023
Di Giampiero Cinelli

L’attacco di Hamas a Israele ha spostato l’attenzione dell’opinione pubblica sul Medio Oriente ma la cosa più importante è che ora è complicato per i governi distribuire equamente le energie anche sul dossier ucraino. A maggior ragione che la guerra di Mosca all’Ucraina pare sia in stallo, senza però le concrete speranze che le forze di Zelensky possano davvero ribaltare la situazione. Una situazione in cui il versante est del Paese subisce ormai una presenza russa non transitoria.

Proprio in questo scenario, Nbc News ha rivelato, stando a un alto funzionario Usa che ha voluto restare anonimo, che gli apparati statunitensi ed europei pare abbiano iniziato a parlare col governo ucraino di come arrivare a un accordo di pace, valutando a che cosa l’Ucraina possa rinunciare. Poco probabile infatti che le milizie di Putin lasceranno il Donbass, inoltre pazienti nell’aspettare che il sostegno all’Ucraina da parte dell’occidente si affievolisca.

L’amministrazione Biden sarebbe anche preoccupata dal fatto che l’Ucraina può subire gravi perdite nel suo esercito, mentre gli effettivi russi hanno una capienza ben più ampia e il Cremlino ha una notevole capacità di attingere a nuovi uomini. Il supporto militare a Kiev comunque continuerebbe fino alla fine, sebbene si sia cominciato a riflettere sul fatto che potrebbero non esserci sufficienti unità per gestire tutto l’ingente quantitativo di armi che gli alleati invierebbero. Peraltro, l’approvazione parlamentare di nuovi aiuti in futuro sarà agevole come pochi mesi fa? Oggi forse non più, considerando che l’ultimo provvedimento presentato dal governo di Washington il 2 novembre inerente il supporto militare a Israele e all’Ucraina, è stato votato dalla Camera eliminando la parte di denaro destinata a Kiev. Ora il voto in Senato sarà infuocato e i repubblicani tenteranno di reinserire anche gli aiuti per l’Ucraina, evitando di conseguenza un taglio fiscale concernente il documento. Biden ha detto che entro fine anno arriveranno comunque nuove risorse in Est Europa.

Non si hanno segnali chiari che possano prevedere la reazione di Vladimir Putin ad una proposta di negoziato. Ma una cosa su cui gli esperti concordano è che un governo sia generalmente propenso a un accordo quando la situazione bellica si trova in un punto morto. Dato che la controffensiva ucraina è effettivamente fallita ma è anche vero che la Russia non è riuscita ad avanzare abbastanza convergendo verso il centro. Si ricordi che in origine la volontà era quella di prendere Kiev e detronizzare Zelensky.