Esteri
Irlanda del Nord, storico accordo di governo. Il premier sarà del partito pro-riunificazione Sinn Féin
Di Giampiero Cinelli
In Irlanda del Nord è stato trovato un accordo sulla formazione del governo che può avere ripercussioni determinanti nei rapporti con il Regno Unito. L’alleanza, dopo due anni di trattative, infatti è tra il partito di destra unionista Dup (che vede di buon occhio il primato della Corona) e il partito indipendentista di sinistra Sinn Féin. Un via libera che porterà a ricoprire il ruolo di premier una rappresentante del Sinn Féin, Michelle O’Neill, vicepresidente del partito.
Il fatto smuove Downing Street, non solo perché i partiti che governeranno sono uno filo-Uk e l’altro no, ma perché tra i maggiori propositi del Sinn Féin c’è la riunificazione dell’Irlanda. Sarà questa, infatti, e presumibilmente non l’indipendenza da Londra, l’istanza di cui tenere conto. Negli ambienti della maggioranza infatti si dice che ora una Irlanda unita è a «a portata di mano».
Unificazione che però deve scontrarsi con questioni giuridiche di non poco conto, siccome l’Irlanda del Nord è fuori dall’Unione Europea, contrariamente alla Repubblica D’Irlanda. Una situazione che già da qualche anno ha creato non pochi disagi economici e amministrativi alle imprese nord irlandesi, costrette a fare i conti con le normative del mercato unico dell’Ue quando commerciano con la Gran Bretagna, poiché in seguito agli accordi post-Brexit, è stato previsto che Belfast continuasse a stare nel mercato unico europeo. L’accordo che ha favorito la formazione del governo, stabilisce maggiori libertà sul budget e la riduzione di alcuni controlli e pratiche burocratiche sulle merci in circolazione, siccome il Dup è sempre stato avverso agli accordi commerciali tra Regno Unito e Bruxelles a seguito del referendum.
Le concessioni sono plausibilmente state favorite da Londra, pur di non avere un governo a trazione indipendentista. Ogni esecutivo deve infatti avere anche un partito favorevole a rimanere nel Regno Unito e tra i partiti che si coalizzano devono esserci giuste proporzioni di membri. Un assetto questo che è sancito proprio dal Trattato del Venerdì Santo del 1998, che pose fine alla cruenta guerra civile che durava da decenni e stabilì le condizioni per l’autonomia politica dell’Irlanda del Nord.
Gli accordi del Venerdì Santo prevedono che si possa indire un referendum se «una maggioranza favorevole alla riunificazione appare probabile». Per il momento i sondaggi indicano il contrario. Anche il precedente referendum scozzese invita alla prudenza. Il Sinn Féin però spera di creare le condizioni per il voto entro dieci anni.