Esteri

Il presidente iraniano Raisi è morto: cosa succede ora?

20
Maggio 2024
Di Ilaria Donatio

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi è morto in un incidente mentre viaggiava su un elicottero, nella regione di Tabriz, ieri, domenica 19 maggio. Si stava recando nella città di Tabriz, Azerbaigian orientale, dove doveva inaugurare una raffineria quando, probabilmente a causa del maltempo, è avvenuto l’incidente. Con lui, sono morti tutti i 9 occupanti del velivolo, tra cui anche il ministro degli Esteri Hossein Amir Abdollahian.

Chi era Raisi
Fedelissimo della Guida suprema iraniana Khamenei e suo potenziale successore, Raisi aveva 63 anni. Come ricorda anche il New York Times, il presidente iraniano è stato accusato per decenni di violazioni dei diritti umani diventando destinatario di severe sanzioni da parte degli Stati Uniti.

Dopo che nel 2017, perse le presidenziali contro Hassan Rouhani – il clerico moderato che come presidente ha raggiunto l’accordo nucleare internazionale JCPOA – nel 2019 la Guida Suprema Khamenei lo nominò capo della magistratura: i suoi due anni come capo della giustizia iraniana – secondo il Centro per i diritti umani in Iran – sono stati segnati dall’intensificazione della repressione del dissenso e dalle violazioni dei diritti umani.

Nel 2021, si è ricandidato alla carica di presidente, vincendo. Da presidente, Raisi ha sostenuto l’arricchimento dell’uranio dell’Iran fino a livelli quasi da arma nucleare e ha ostacolato gli ispettori internazionali nel contesto del suo duro confronto con l’Occidente. Sotto di lui, nel settembre 2022, è anche dilagata l’ondata di proteste seguite alla morte della giovane Mahsa Amini, alla quale ha risposto con un ulteriore irrigidimento dell’ordine pubblico, con una serie di condanne a morte. 

Infine, Raisi ha sostenuto l’attacco a Israele, nel massiccio assalto avvenuto lo scorso mese, ad aprile 2024, che ha visto più di 300 droni e missili sparati dall’Iran contro il territorio israeliano, in risposta a un sospetto attacco di Israele che ha ucciso un generale iraniano nella sede dell’ambasciata del Paese a Damasco, in Siria.

Cosa succede ora?
Come prevede la Costituzione della Repubblica Islamica, il primo vicepresidente esecutivo Mohammad Mokhber assume il ruolo di presidente ad interim. Un consiglio ristretto avrà il compito di organizzare l’elezione di un nuovo presidente entro 50 giorni. Ma Khamenei può anche decidere di chiedere al consiglio di nominare un successore senza ricorrere alle urne. 
Intanto, sono stati proclamati cinque giorni di lutto: i funerali di Raisi si terranno domani, martedì 21 maggio, a Tabriz. Messaggi di cordoglio arrivano al regime, in particolare dai Paesi “amici”, come Russia, Cina, Emirati Arabi e Siria e dagli Hezbollah libanesi.

Bremmer: morte Raisi ha portata inferiore alle attese
Secondo il politologo Ian Bremmer, fondatore del think-tank Eurasia – nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera – se la notizia dell’incidente (lo studioso tende a escludere un attentato) è certamente di grande impatto in Iran e fuori dai suoi confini, “la sua portata è minore di quanto ci si potrebbe aspettare”.

Perché?

Anzitutto, perché “in Iran il potere non è nelle mani del presidente, ma in quelle del leader supremo e del Consiglio dei Guardiani della Costituzione”. Perciò la sua scomparsa non avrebbe conseguenze significative sulla stabilità del governo. “E poi perché Raisi”, prosegue lo scienziato Usa, “non è molto popolare: i cittadini non lo consideravano capace”. 

Ora, dunque, il regime avrebbe la possibilità di trovare qualcuno migliore per quella carica, argomenta Bremmer. Ma pur ritenendo realistica l’ipotesi di un incidente ed escludendo l’attentato da parte di un attore esterno, la domanda che si fa il politologo è: come è possibile che in quelle condizioni, l’elicottero del presidente sia decollato?

Ma la verità è che gli iraniani, dice, hanno poco da gioire: l’alternativa alla gerontocrazia teocratica è la sua punta di lancia squadrista che, dalla successione di Raisi e dalla Guida Suprema Ali Khamenei, può uscire perfino rafforzata.   

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