Esteri

Il pareggio fuori casa di Tajani in Cina

05
Settembre 2023
Di Paolo Bozzacchi

Nel calcio pareggiare giocando in trasferta può essere anche un ottimo risultato. Questo il bilancio a caldo della delicata visita ufficiale in Cina del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Obiettivo italiano dichiarato un ulteriore salto di qualità delle relazioni Roma-Pechino. Con nuovo focus sugli scambi commerciali. Anche vista la complicata congiuntura economica internazionale. Da parte cinese si registra un’accoglienza comunque positiva. Per nulla scontata. La nuova «stagione di cooperazione rafforzata da rilanciare a 360 gradi» si sostanzia secondo Tajani in un partenariato strategico, che è stato al centro al centro dei lavori dell’undicesimo Comitato Intergovernativo Italia-Cina, da lui stesso presieduto a Pechino alla presenza del ministro degli Esteri, Wang Yi. Il nuovo partenariato proposto da Roma sarebbe in linea di continuità col Partenariato Strategico globale, istituito quasi 20 anni fa (2004) da Silvio Berlusconi premier. D’altronde Pechino è ancora oggi nettamente il primo partner commerciale asiatico per Roma: solamente nella prima metà del 2023 gli scambi hanno cubato la bellezza di 34 miliardi di euro. Più di due punti percentuali del nostro Pil. “Il clima è stato molto positivo, così come lo è stato con il ministro del Commercio cinese”. Dal punto di vista geopolitico la posizione del governo Meloni è chiara ed è stata adeguatamente illustrata agli omologhi cinesi. Tajani: «Siamo alleati degli Stati Uniti», ha precisato, «ma questo non ci impedisce di avere un dialogo con la Cina. Anche nel contesto dell’Unione europea l’Italia è sostenitrice del dialogo con Pechino, come pure di un confronto aperto su principi e valori». Parola del già anche Presidente dell’Europarlamento.

Sulla Belt and Road Initiative deciderà il Parlamento italiano

«Il partenariato strategico è molto più importante della Via della Seta», ha chiosato Tajani durante la visita. «E deve rappresentare un’opportunità per i nostri imprenditori». Sulla Belt and Road Initiative il vicepremier ha illustrato a Yi «le valutazioni che il governo sta facendo», in particolare sui rapporti economici con la Cina che sono stati «più lusinghieri per Francia e Germania», paesi che non hanno nemmeno firmato il memorandum. «Su questo dovremo comunque ascoltare il Parlamento». Dossier rinviato a data da destinarsi, che non andrà oltre la fine di quest’anno.

Le prossime tappe del dialogo

Tajani ha annunciato a sorpresa che sia la premier Giorgia Meloni (in autunno), sia nel 2024 il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, saranno in visita ufficiale in Cina. Mattarella lo farà nel 2024, in occasione dei 700 anni dalla morte di Marco Polo. Intanto visiteranno Pechino prima il ministro della Ricerca e dell’Università, Anna Maria Bernini, poi quello del Turismo, Daniela Santanché. Entrambe prima della fine di quest’anno.