Esteri
Il fattore Houthi nell’allargamento del conflitto in Medio Oriente
Di Paolo Bozzacchi
Della preoccupazione per l’intensificarsi degli attacchi Houthi nel Golfo di Aden a navi militari e commerciali ne avevamo già scritto qui. Ora le conferme arrivano dall’inviato speciale ONU per lo Yemen, lo svedese Hans Grundberg, che da Washington sul processo di pace tra i terroristi appoggiati dall’Iran e le fazioni ex governative yemenite appoggiate dall’Arabia Saudita di fronte a 15 Ambasciatori ha spiegato: “Lo spazio della mediazione è diventato più complesso. Questo continua ad essere il caso”.
Preoccupazione dall’inviato speciale ONU in Yemen
“Sebbene abbiamo cercato di proteggere il processo di pace dagli sviluppi regionali dopo la guerra a Gaza, la realtà è che ciò che accade a livello regionale ha un impatto sullo Yemen, e ciò che accade nello Yemen può avere un impatto sulla regione. Con più interessi in gioco, è più probabile che le parti in conflitto in Yemen cambino i calcoli e modifichino i loro programmi negoziali. Nello scenario peggiore, le parti potrebbero decidere di impegnarsi in un rischioso avventurismo militare che riporterà lo Yemen in un ciclo di guerra”.
Colloqui segreti USA-Iran
Secondo il Financial Times gli Stati Uniti hanno tenuto colloqui segreti con l’Iran nel tentativo di convincere Teheran ad usare la sua influenza sugli Houthi, così da mettere fine agli attacchi contro le navi nel Mar Rosso. I colloqui si sarebbero svolti in Oman a gennaio e sarebbero stati i primi dopo 10 mesi di inattività. A guidare la delegazione USA Brett McGurk, insieme al suo inviato per l’Iran, Abram Paley. Mentre lato Iran avrebbe partecipato il vice ministro e capo negoziatore sul nucleare, Ali Bagheri Kani. I colloqui non sarebbero avvenuti in presenza, ma mediati da funzionari omaniti che avrebbero fatto da spola. Un secondo round di negoziati previsto a febbraio sarebbe stato rinviato a causa delle iniziative USA messe in campo per mediare un accordo sul rilascio reciproco di ostaggi tra Israele e Hamas.
Le minacce di escalation degli Houthi
Intanto il gruppo yemenita filo-iraniano ha promesso di estendere le sue “operazioni” che prendono di mira le navi dirette o collegate a Israele alla rotta marittima del Capo di Buona Speranza. Lo ha dichiarato ieri il leader delle milizie, Abdul Malik al Houthi in un discorso televisivo, aggiungendo che “circa 34 membri del gruppo sono stati uccisi dall’inizio degli attacchi alle navi commerciali nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden avviati a novembre scorso in solidarietà con i Palestinesi della Striscia di Gaza”. La dichiarazione fa il paio col primo test Houthi di un missile ipersonico in grado di viaggiare a 6mila chilometri l’ora a bassissima quota, in grado di schivare eventuali missili intercettori.