Esteri
Il destino degli Usa in tre Stati, cos’ha detto Kamala Harris alla Convention
Di Ambrogio Mantegazza
Kamala Harris ha concluso la convention democratica a Chicago con un discorso potente con cui ha accettato ufficialmente la nomination alla presidenza degli Stati Uniti. Durante il suo intervento, Harris ha delineato la sua visione per un’America più unita e giusta, promettendo di essere «la Presidente di tutti gli americani» e di superare le divisioni politiche che affliggono il Paese. Ha ringraziato Joe Biden per il suo straordinario lavoro come presidente, sottolineando che la sua amministrazione ha gettato le basi per un futuro migliore, e ha menzionato con affetto il marito Doug, augurandogli un felice decimo anniversario di matrimonio.
Harris ha affrontato con fermezza i temi caldi della campagna, come l’aborto, l’immigrazione e la crisi a Gaza. Ha criticato duramente Donald Trump, descrivendolo come una minaccia per i diritti fondamentali e per la democrazia stessa. La vicepresidente ha promesso di firmare una legge per garantire il diritto all’aborto, ribadendo la sua determinazione a proteggere i diritti delle donne. Ha anche discusso la complessa situazione a Gaza, ribadendo la necessità di un cessate il fuoco, ma mantenendo il sostegno al diritto di Israele alla difesa.
Nei giorni precedenti, Joe Biden e Barack Obama hanno espresso il loro pieno sostegno a Harris. Biden, nel passare il testimone, ha dichiarato che Harris sarà una «grande Presidente», sottolineando la continuità e l’importanza di proseguire il lavoro iniziato dalla sua amministrazione. Obama ha descritto Harris come la leader giusta per aprire un «nuovo capitolo» nella storia americana, capace di guidare il Paese verso un futuro più inclusivo e prospero. Entrambi i presidenti hanno enfatizzato la necessità di una leadership che possa guarire le ferite della nazione e affrontare le sfide future con determinazione e compassione.
Tuttavia, un’ombra inquietante si è stagliata sul futuro della campagna democratica. Infatti il candidato indipendente Robert F. Kennedy Jr. potrebbe abbandonare la corsa alla Casa Bianca e sostenere Donald Trump. Una mossa potenzialmente in grado di ribaltare l’equilibrio della corsa elettorale, riportando Trump in testa e complicando notevolmente il cammino di Harris. L’eventuale sostegno di Kennedy a Trump rappresenta una seria minaccia per la campagna democratica, poiché rischia di attirare quel 4% di voti raccolto finora da Kennedy.
A circa 70 giorni dalle elezioni presidenziali, l’atmosfera politica negli Stati Uniti è più tesa che mai. Viaggiando attraverso il Paese in questo periodo, è evidente un profondo clima di rottura sociale tra due visioni alternative dell’America. Da una parte, c’è chi sostiene una nazione più inclusiva, progressista e ottimista, come proposto da Harris, focalizzata su diritti civili ampliati, giustizia sociale e riforme strutturali. Dall’altra, i sostenitori di Trump promuovono una visione più conservatrice, enfatizzando il nazionalismo, la sicurezza dei confini e un ritorno ai valori tradizionali.
Questa polarizzazione si riflette chiaramente negli Stati chiave che determineranno l’esito delle elezioni come Pennsylvania, South Carolina e Arizona che si profilano come i principali campi di battaglia dove ogni singolo voto potrebbe fare la differenza. I sondaggi recenti mostrano che i democratici stanno guadagnando terreno negli Swing States, con un crescente numero di elettori che esprimono fiducia nella leadership e nelle politiche proposte da Harris.
Mentre l’orologio continua a ticchettare verso il giorno delle elezioni, l’incertezza rimane alta. Le prossime settimane saranno cruciali per entrambe le campagne, con dibattiti presidenziali, ulteriori endorsement e potenziali sviluppi internazionali che potrebbero influenzare l’opinione pubblica. In un clima politico così volatile, è chiaro che l’America è a un bivio storico, e il risultato di queste elezioni avrà implicazioni profonde e durature per il futuro del Paese e non solo. Come ha affermato Kamala Harris nel suo discorso di accettazione, «il destino della nostra nazione è nelle mani di ogni americano. Insieme, possiamo scegliere una strada che porta all’unità, alla giustizia e al progresso per tutti».