Esteri
Hiroshima monito vivente, il G7 lavora per pace e disarmo nucleare
Di Paolo Bozzacchi
Il simbolo mondiale della minaccia nucleare. E’ la città di Hiroshima stessa che ospiterà il G7 (19-21 maggio) il messaggio più forte di pace che i leader mondiali lanciano alla comunità internazionale, come fosse un promemoria soprattutto alla Russia di Vladimir Putin e all’Ucraina di Volodymyr Zelensky. Per i due meglio una pace scomoda che un disastro nucleare. Ma anche alla Cina, che con la disputa con Taiwan sta diventando teatro di una nuova corsa agli armamenti. Così come la Corea del Nord, che sta alzando il livello dello scontro con la Corea del Sud.
Ad Hiroshima saranno presenti: Giappone, Unione europea, Italia, Canada, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Germania come partecipanti. Oltre agli invitati: ONU, Asean, Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, OMS, OMC, Agenzia internazionale dell’energia atomica, Unione africana, Forum Isole Pacifico, Australia, Brasile, India (presidente G20), Indonesia (Presidente Asean), Corea del Sud e Vietnam.
Due gli ambiziosi obiettivi di fondo della presidenza di turno giapponese: il rafforzamento dell’ordine internazionale sulla base dello stato di diritto e il consolidamento del cosiddetto “Sud globale”, con impegno G7 specifico a gestire la crisi alimentare scatenata dai conflitti in corso. Sullo sfondo l’intento nipponico è quello di rendere inseparabili a livello globale i dossier “Ucraina” e “Taiwan”. La dichiarazione finale del G7, come riporta il Corriere della Sera, dovrebbe contenere la “ferma opposizione a qualunque tentativo di modificare lo status quo con la forza, la coercizione economica o con la minaccia delle armi nucleari”.
Strumenti allo studio sui tavoli di lavoro: nuove sanzioni alla Russia (le undicesime dovrebbero riguardare anche aziende cinesi), rinnovate forme di sostegno all’Ucraina, cooperazione rafforzata per un libero e aperto Indo-Pacifico con priorità per un futuro senza armi nucleari. “Il Giappone è ansioso di inviare alla comunità internazionale un forte messaggio per un mondo senza armi nucleari”, ha anticipato il premier giapponese Fumio Kishida. Che poi aggiunge, diretto: “Questo vertice sarà un’opportunità per ribadire la posizione del Giappone contro i tentativi di Cina e Russia di modificare l’ordine internazionale con la forza”.
La posizione della Cina
Pechino non ha perso tempo e ha risposto così agli annunci Tokyo: “In qualità di ospite del prossimo G7, il Giappone ha alimentato e creato uno scontro tra blocchi che mina gli interessi della regione. Il Giappone vuole distogliere l’attenzione dal proprio ed effettivo tentativo di cambiare unilateralmente lo status quo”.
Il trilaterale Giappone – USA – Corea del Sud
Domani è in programma il bilaterale tra Fumio Kishida e Joe Biden. Lo ha confermato una nota della Casa Bianca. L’incontro precede la riunione tra Kishida, Biden e Matsuno, in cui verranno discusse le misure comuni da mettere in campo per contrastare la “crescente aggressività militare” della Corea del Nord nella regione Indo-pacifica. Su cui Washington ha già preso impegno con la Corea del Sud per dare supporto.
Il bilaterale Biden-Meloni
In Giappone si terrà anche un bilaterale Italia-USA tra Giorgia Meloni e Joe Biden. Sulla Cina Washington ha anticipato: “Ogni paese G7 gestirà la propria relazione con la Cina, ma siamo allineati intorno ai principi che guidano le nostre relazioni”. Difficile che Meloni non affronti con Biden il tema dell’eventuale non rinnovo del Memorandum tra Roma e Pechino sulla Belt and Road Initiative (cosiddetta Via della Seta) che scadrà a marzo 2024, ancora oggetto di valutazione per il governo italiano. Così come improbabile che Biden non metta sul piatto la Partnership for Global Infrastructure and Investment (PGII) per gli investimenti nelle infrastrutture nel Sud del mondo, ovvero l’alternativa dell’Occidente alla Via della Seta.