Esteri
Giornata della Memoria, le istituzioni dell’Ue unite nel ricordo
Di Zoe Ricci
«Ogni anno, intorno al 27 gennaio, il mondo ricorda i milioni di uomini, donne e bambini che sono stati uccisi nel più grande crimine della storia, un crimine destinato a cancellare le persone dalla terra, un crimine progettato per infliggere orrore alle generazioni, un crimine che ha modellato il nostro moderno progetto europeo in un’incarnazione della promessa senza tempo: mai più», così la Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, nel suo discorso di apertura all’annuale Cerimonia solenne organizzata in commemorazione dell’Olocausto.
La Giornata della Memoria è stata indetta nel 2005 e si celebra il 27 gennaio, il giorno della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, di cui oggi ricorre il 78esimo anniversario. Da allora è occasione per le Istituzioni europee per ribadire i valori fondanti dell’Unione e condannare gli orrori del passato, organizzando cerimonie, conferenze o eventi volti a stimolare la riflessione e la memoria collettiva. È stata una presa di posizione molto chiara quella della Presidente Metsola: il Parlamento europeo resta schierato per la dignità umana e la libertà. È responsabilità di tutti alzare la voce contro la violenza ed educare le future generazioni tramandando la memoria dei sopravvissuti all’Olocausto. Inevitabili quest’anno i riferimenti all’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e alle brutali repressioni che l’Iran sta mettendo in atto per sedare le rivolte in corso, verso cui è stata espressa un’esplicita condanna.
Ospite d’eccezione alla Cerimonia di quest’anno il Presidente israeliano Isaac Herzog. Proviene da una famiglia importante nella storia del giovane Stato, che l’Olocausto lo ricorda molto bene pur non avendolo subito in prima persona; infatti, come menzionato nel discorso odierno, il nonno fu il primo Rabbino Capo degli aschenaziti d’Israele, mentre il padre, servendo nell’esercito britannico, partecipò allo sbarco in Normandia, diventando in seguito il sesto Presidente israeliano. Entrambi, durante e al termine della guerra mondiale, sono stati testimoni dell’entità della violenza dello sterminio perpetrato nei campi di concentramento, ed è così che nella memoria della famiglia Herzog, così come di tutta la comunità ebraica, è rimasto impresso il ricordo di tale scempio. Nel discorso del Presidente, è chiaro l’invito continuare ad opporsi all’antisemitismo e al negazionismo dell’Olocausto, correnti tutt’altro che estinte e, sebbene ora concentrate principalmente sui canali digitali, non meno pericolose di un tempo.
La pensa allo stesso modo Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, che ha affermato: «Non possiamo rimanere in silenzio quando si verificano ingiustizie, quando vengono commessi massacri. Dobbiamo denunciare l’antisemitismo, l’antiziganismo e tutte le forme di odio e discriminazione, siano esse fondate sulla razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, il genere, l’orientamento sessuale, l’età o la disabilità. L’antisemitismo ha portato all’Olocausto, ma non è finito con esso». Anche la Commissione europea ha infatti omaggiato la ricorrenza con la “Conferenza sulla Memoria dell’Olocausto” tenutasi lunedì. L’evento è stato organizzato nell’ambito della strategia dell’Ue per la lotta all’antisemitismo e la promozione della vita ebraica e ha visto la partecipazione del Vicepresidente e Commissario per la promozione dello stile di vita europeo, Margaritis Schinas. Nell’arco della Conferenza ci sono stati momenti di dibattito e riflessione, anche sulla base di testimonianze e studi. La Commissione ha inoltre annunciato il proprio impegno a sostenere il progetto “dove è avvenuto l’Olocausto”, che, con il coinvolgimento delle comunità locali e degli esperti mira a riqualificare e ridare visibilità a luoghi che un tempo sono stati scenari di guerra e violenza. L’obiettivo, anche in questo caso, è quello di sensibilizzare e ragionare sulla realtà di quanto accaduto e mantenerne viva la memoria, affinchè questo sanguinoso capitolo di storia non si ripeta.