Esteri
Meloni a Berlino e Stoccolma, avanti su flessibilità economica e contenimento dei flussi
Di Giampiero Cinelli
Per Giorgia Meloni questa è stata una giornata all’insegna della politica estera. La leader di Fratelli D’Italia ha lavorato sull'”asse Berlino-Stoccolma”, incontrando nella mattinata in Svezia il primo ministro svedese Ulf Kristersson, in occasione del semestre di presidenza della Svezia al Consiglio europeo. Meloni lo ha giudicato un confronto positivo per lavorare a soluzioni europee, sottolineando che nel prossimo consiglio europeo straordinario verranno discusse «questioni che sono fondamentali per l’Italia. Le due principali – ha spiegato il premier – al netto del sostegno all’Ucraina riguardano le materie economiche, quindi la competitività delle imprese, e la gestione dei flussi migratori». Per avviare l’interlocuzione, ha proseguito Meloni, «ho ritenuto che un buon modo fosse quello di venire qui: la Svezia ha appena assunto la presidenza di turno del Consiglio europeo. Stiamo raccontando la posizione italiana che significa per quanto riguarda la materia economica non limitarsi agli aiuti di Stato che rischiano di creare difficoltà tra gli Stati che hanno un maggiore spazio fiscale e gli Stati che non ne hanno. In particolare la posizione italiana riguarda la flessibilità dei fondi esistenti e la creazione di un fondo sovrano per aiutare le imprese. Sulle migrazioni – ha sottolineato – l’Italia come si sa ha richiamato l’attenzione sulla rotta mediterranea, sulla difesa dei confini esterni. I documenti di partenza sono degli importanti passi avanti. Con i colloqui a 360 gradi il governo conta di arrivare a delle sintesi possibili che possano tenere in conto gli interessi italiani.
Nel confronto, è emersa anche la condanna unanime dell’aggressione russa e la volontà comune di fare la propria parte nella chiara adesione all’Alleanza Atlantica.
Successivamente Giorgia Meloni è volata a Berlino dove la attendeva un bilaterale con il cancelliere tedesco Martin Scholz. Il presidente del Consiglio non ha evitato di mettere sul tavolo tanti aspetti importanti del rapporto con Berlino, affermando che la cooperazione tra la prima e la seconda manifattura d’Europa deve essere su tutti i settori. «I nostri Paesi sono fortemente interconnessi e la collaborazione è molto importante per entrambi. L’interconnessione economica è strettissima, con le nostre due economie fortemente complementari e fondamentali per l’economia europea», ha rimarcato la premier, ottenendo la promessa da parte di Scholz di un piano d’azione condiviso da approntare rapidamente. Il cancelliere ha anche assicurato che Germania e Italia andranno di pari passo su politica estera e difesa. Anche con Scholz Giorgia Meloni ha affermato di preferire la flessibilità dei fondi europei all’utilizzo di nuovi strumenti di finanziamento, ricordando che il tema è già conosciuto grazie al lavoro svolto in passato dalla delegazione italiana presso la Cancelleria tedesca e fugando le battute di chi insinuava una sua ostilità alla Germania. La Meloni d’opposizione è un conto, quella di governo un altro, ma al di là di tutto ci troviamo in un momento del tutto diverso, con la locomotiva tedesca che ha iniziato anch’essa a rallentare e quindi adesso potrebbe lavorare più d’intesa con Roma per politiche d’aggiustamento, visto anche il problema della guerra e dei costi energetici, a cui la Germania è parecchio esposta, proprio quando potrebbe essere l’Italia a rivelarsi il prossimo hub energetico europeo.