Esteri

Georgia, continuano le proteste per la legge che allontana dall’Ue

02
Maggio 2024
Di Giampiero Cinelli

Continuano le proteste popolari in Georgia, a causa della molto probabile approvazione della “Legge sulle influenze straniere” (riproposta dopo il ritiro nel marzo 2023) che mira a mettere in una black list tutte le organizzazioni, operanti in Georgia, che ricevono almeno il 20% di finanziamenti dall’estero. Il provvedimento è considerato molto simile ad uno vigente in Russia e può allontanare la Georgia dal percorso di integrazione europea, iniziato alla fine dello scorso anno. Attualmente Tblisi ha lo status di Paese candidato ad entrare in Ue.

Nella notte almeno otto manifestanti sono rimasti feriti vicino al Parlamento della capitale, lo ha reso noto il ministero della Sanità della nazione. Mentre tra martedì e mercoledì, la polizia ha sparato proiettili di gomma e lacrimogeni contro migliaia di manifestanti, eseguendo 63 arresti. Anche diversi giornalisti sono stati coinvolti nei disordini, un fotografo dell’Afp è stato colpito con un manganello nonostante fosse chiaramente identificato come reporter. Il deputato Levan Khabeishvili, presidente del Movimento Nazionale Unito dell’ex presidente incarcerato Mikheïl Saakachvili, il principale partito di opposizione, è stato gravemente picchiato riportando ferite al volto.

«L’uso della forza contro i manifestanti a Tblisi è inaccettabile. Condanno fermamente la violenza contro i manifestanti in Georgia che manifestavano pacificamente contro la legge sull’influenza straniera. La Georgia è un paese candidato all’adesione all’Ue, chiedo alle sue autorità di garantire il diritto di riunione pacifica», ha scritto su X Josep Borrell, Alto Rappresentante per la politica estera europea.

Alla legge in questione manca un’ultima lettura, la terza, per essere approvata definitivamente. Il partito di governo che ha promosso il testo, “Sogno Georgiano”, vuole chiudere entro metà maggio. Si sta parlando però del veto che potrebbe porre la presidente georgiana Salome Zourabichvili, sebbene una maggioranza assoluta in Parlamento dovrebbe aggirare l’eventuale veto.

Il disegno di legge obbliga a registrarsi nella lista degli agenti stranieri anche gli organi di informazione. Si tratta di un serio ostacolo alla libertà di informazione e inoltre obbligherebbe le organizzazioni nell’elenco a condividere informazioni in alcuni casi riservate.

La ragione delle veementi proteste sta tutta nel fatto che la legge viene interpretata in chiave anti-europeista e filo-russa. In Paesi come la Georgia, che è stata una repubblica sovietica, è sempre molto accesa la contrapposizione interna tra chi vuole un indirizzo politico vicino all’area occidentale e chi invece reputa più giusta l’amicizia con Mosca, che peraltro è presente con contingenti militari nei territori separatisti georgiani di Ossezia del Sud e Abcasia. Tale elemento rende già difficile l’adesione di Tblisi all’Unione Europea.

 

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