Esteri

G7: il pragmatismo della Presidenza italiana 2024

04
Gennaio 2024
Di Paolo Bozzacchi

E’ in salita che viene fuori la classe del ciclista. E la presidenza italiana G7 nel 2024 sembra avere le sembianze delle Tre Cime di Lavaredo. Non per cause legate alle capacità (riconosciute) del nostro Paese, ma per una congiuntura internazionale dominata dalla parola crisi. Solo pedalando da fuoriclasse e trascinando il gruppo il nostro Paese avrà successo.

E’ in crisi la diplomazia, che non è riuscita a porre fine ai conflitti in Ucraina e Palestina. Idem per l’ambiente, con i cambiamenti climatici che marciano ad un ritmo forsennato mentre i consessi internazionali elefantiaci come la Cop28 partoriscono topolini. Stessa musica per l’economia, in cui protezionismo, stagnazione-recessione e inflazione sono gli spettri da affrontare. Ombre allungate dalle guerre in corso. Last but not least c’è la crisi degli organismi internazionali, nessuno escluso. Dall’ONU all’Ocse, dal World Economic Forum alla Banca Mondiale. Vivono una stagione di crisi.

La presidenza G7 dell’Italia nel 2024 parte da qui. Ai piedi di una salita. Il fascino della globalizzazione appare svanito, i Paesi camminano sempre più soli perché appartengono ognuno a cerchi concentrici diversi e problematici. E il peso globale degli stessi membri del G7 non è aumentato, visto che i grandi assenti del gruppo sono: Cina, Russia e India. Tutti da considerarsi elephant in the room.

Se il G7 è la cabina di regia dell’Occidente per la tutela del sistema rule-based, appare da un lato inevitabile che il sistema stesso vada riformato nel suo complesso. Ma visto che le urgenze soppiantano la spinta riformatrice, e quelle dei conflitti russo-ucraino e mediorientale sono emergenze, l’Italia è chiamata in primis ad una sfida intrisa di pragmatismo. Bisogna che il nostro Paese guidi un’assunzione di responsabilità e una presa di coscienza comune G7 capace di produrre effetti concreti sulla pace e sulla prosperità globale. Che parta dai cerchi concentrici ai quali l’Italia appartiene: l’UE e i rapporti Transatlantici (UE-USA). E’ una fase in cui il ravvicinamento del governo Meloni con gli USA puo’ rendere raggiungibile l’impossibile. Anche nell’anno delle elezioni presidenziali americane.

Sull’Ucraina si può ragionare in base alle novità, e la più importante di queste è l’inizio del cammino formale del Paese verso l’UE, legato a doppio filo alla richiesta di adesione alla NATO. Solo un fronte comune più compatto che mai dei Paesi G7 a sostegno dell’Ucraina potrebbe arrivare a risultati concreti. 

Il pragmatismo della Presidenza italiana 2024 non potrà prescindere dalla costruzione di un rinnovato dialogo tra il G7 e il G20, proprio perché i confini dei cerchi concentrici si sono molto ispessiti di recente e devono essere riportati ad una misura che consenta Dialogo nella sua massima espressione (l’etimologia suggerisce “attraverso” più “discorso”). In ambito G20 l’interesse per la pace e la prosperità accomuna la larghissima maggioranza del G20. Ed è questo che dovrà prevalere. Otherwise

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