Esteri
Forum Italia-Serbia, imprese entusiaste. Speranza per un asse diplomatico
Di Giampiero Cinelli
Il governo serbo è caduto due giorni fa e il Presidente Aleksandar Vučić si è dimesso, pur contando di riformare presto un maggioranza. Per questo motivo il vertice intergovernativo che avrebbe visto la partecipazione di Giorgia Meloni è saltato, ma oggi si è svolto ugualmente il Forum Imprenditoriale Italia-Serbia, che coinvolge oltre 400 imprese italiane e ha visto l’impegno in prima persona del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, volato a Belgrado.
Il Vicepremier è arrivato nella capitale serba anche per ribadire l’importanza della stabilizzazione dell’area balcanica e dell’ingresso della Serbia nell’Unione Europea, alla fine di un percorso, avviato ufficialmente nel 2008, che l’Italia intende favorire sfruttando le buone relazioni diplomatiche con la nazione ex jugoslava.
Italia possibile sponda con gli Usa
«L’Italia e la Serbia possono sviluppare, nel quadro delle nuove relazioni geopolitiche, una partnership e un’amicizia speciali – ha affermato il presidente serbo Vucic nella conferenza stampa con il ministro degli Esteri italiano –. Pochi Paesi al mondo avranno con la nuova amministrazione statunitense un rapporto così buono come quello del governo italiano. E in questo senso, credo che su alcune questioni che ci riguardano specificamente, potremo sempre avere il sostegno del governo italiano, come la questione delle sanzioni contro alcune delle nostre aziende di proprietà a maggioranza russa e su alcune importanti questioni strategiche».
Ospiteremo presto Meloni
Esplicita la vicinanza a Giorgia Meloni, nel momento in cui Vucic ha dichiarato: «Posso aspettare quanto prima la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Quando sarà costituito il nuovo governo sarà il nostro primo ospite o uno dei primi». Vucic ha inoltre aggiunto: «Vorrei sottolineare il ruolo importantissimo del vostro ambasciatore Luca Gori che ha segnato in modo molto forte con il suo impegno la nostra amicizia, il rapporto tra Italia e Serbia. Ci piacerebbe se potesse rimanere in Serbia per un altro decennio, so che e’ impossibile ma ci piacerebbe».
Cassa Depositi e Prestiti in pole
Dal punto di vista economico, il summit ha restituito un clima molto positivo. L’amministratore delegato di Cdp Dario Scannapieco ha detto: «Vogliamo rafforzare la nostra operatività in Serbia e nell’intera regione dei Balcani occidentali. In questa direzione va la scelta di ampliare la collaborazione con le nostre principali controparti serbe. A partire – ha indicato Scannapieco – dal Ministero delle Finanze per individuare specifiche progettualità ad elevato impatto per un possibile finanziamento da parte di Cdp. Ci concentreremo in particolare su progetti che migliorino la connettività interna della Serbia e con gli altri Paesi della regione. Fra gli ulteriori ambiti di collaborazione figurano inoltre l’istruzione, la transizione energetica, l’economia circolare, lo sviluppo del mercato finanziario».
I servizi alle imprese
Avviata una sinergia anche «con la Camera di Commercio e Industria (Pks), per l’organizzazione di iniziative congiunte finalizzate a promuovere la collaborazione tra Pmi italiane e serbe, a partire dall’attivazione nel paese della piattaforma Business Matching. Si tratta di uno strumento digitale sviluppato da Cdp insieme al Ministero degli Affari Esteri, già operativo in 15 paesi e a cui sono registrate quasi 9.000 imprese, e che a partire da oggi pomeriggio sarà a disposizione anche delle èmi serbe che vogliono registrarsi per individuare le controparti italiane con cui sviluppare nuove attività e relazioni di business», ha concluso Scannapieco.
Il ruolo chiave di Ice
«Ringrazio il Presidente Vučić e il Ministro Tajani che hanno voluto mantenere l’impegno di aprire questo Business Forum che sta facendo registrare numeri importanti. Abbiamo già 300 incontri di business matching qualificati prenotati e altri se ne stanno aggiungendo. Questo dimostra la grande opportunità di sviluppo dei rapporti commerciali tra i nostri due Paesi e il grande interesse che aziende e operatori hanno nei confronti dell’apporto che può dare il Made in Italy al processo di ulteriore sviluppo della Serbia La presenza in questo territorio di quasi 1.300 aziende con capitale italiano, ne è una testimonianza», le parole del Presidente di Ice Matteo Zoppas.
«La Serbia – ha detto ancora Zoppas – vale nei primi undici mesi del 2024, 2,5 miliardi di esportazioni, con una crescita di oltre il 16% rispetto allo stesso periodo del 2023. Ice fa parte di quel Sistema Paese, insieme a Sace, Simest e Cdp, che costituisce l’infrastruttura per la crescita e lo sviluppo dell’export su cui il Governo sta puntando molto e che rappresenta un quarto del Pil. Ice lo fa soprattutto facendo incontrare domanda e offerta, Sace e Simest lo fanno offrendo supporto finanziario e garantendo certezze nei pagamenti alle Pmi che vogliono iniziare o ampliare il proprio percorso di internazionalizzazione».
Tecnologia e accordi commerciali all’attivo.
«La Serbia sta mostrando un crescente interesse per l’adozione di tecnologie italiane, cruciali per la competitività e l’ingresso nell’Unione Europea. L’Italia può essere un partner di riferimento per far sì che gli standard produttivi in settori chiave come quelli della transizione energetica e digitale, l’automazione, l’agritech possano raggiungere velocemente i livelli richiesti. Un esempio virtuoso di come la creazione di buoni rapporti commerciali sia un boost per l’economia è quello della fiera Wine Vision che, grazie anche al lavoro di Ice, ha portato l’Italia ad essere il principale fornitore di vino dall’UE per la Serbia, con una crescita soprattutto qualitativa delle importazioni italiane che è passata dal 12,5% al 25% del mercato», ha inoltre spiegato il Presidente di Ice.
Economia in affanno, export un punto fermo
Nella cornice del Forum a Tajani è stato chiesto riguardo agli ultimi dati Istat, molto modesti, del Pil italiano. Il Ministro ha risposto che «il problema è la produzione industriale che fatica. La Germania non produce più auto. Le auto tedesche si fanno con la componentistica italiana e quindi è ovvio che c’è un problema di crescita complessiva: serve una politica industriale, serve il costo dell’energia, sono tante le cause». Ma appunto Antonio Tajani ha specificato che l’export deve restare un punto fermo per la crescita, continuando a cercare soluzioni nella logica dello sviluppo economico.