Oggi Mario Draghi è ad Algeri per chiudere nuovi accordi per le forniture di gas con il presidente Tebboune. L’obiettivo è aumentare la fornitura di altri quattro miliardi di metri cubi, che si aggiungono ai due supplementari già decisi. L’Algeria attualmente fornisce all’Italia 13,9 miliardi di metri cubi di gas attraverso l’azienda Sonatrach. Il gasdotto algerino passa dal gasdotto Transmed, che attraversa la Tunisia e arriva a Mazara del Vallo. Prima della guerra Algeri vendeva all’Italia 21 miliardi di metri cubi di gas, la Russia 29. L’accordo di oggi non prevede la firma di nuovi contratti ma lo sviluppo di nuove collaborazioni in campo ambientale e sociale. Tra l’altro il premier ha dovuto accorciare la visita di un giorno a causa della crisi di governo. Al vertice intergovernativo tra Italia e Algeria parteciperanno anche i ministri Di Maio, Giovannini, Cingolani, Bonetti, Lamorgese, Cartabia. Poi un altro incontro centrato sui rapporti economici a cui prenderanno parte Eni, Enel e Cdp.
Intanto Roma ha superato la Germania nello stoccaggio delle riserve di gas. Entro ottobre bisogna arrivare almeno all’80%. La Germania ha risentito della chiusura del gasdotto russo Nord Stream, ufficialmente per motivi di manutenzione, ma i sospetti di una mossa geopolitica ci sono tutti. Per tali motivi quindi per Berlino ora gli stoccaggi sono diventati difficoltosi. Il gasdotto dovrebbe tornare operativo il 21 luglio, eppure in questa situazione il condizionale è d’obbligo. Gazprom infatti non ha dato garanzie. In caso di mancata riapertura Banca D’Italia stima una recessione del 2%. Il prezzo del gas algerino per l’Italia è molto conveniente. Alla dogana, quando entra in Italia, costa 19,95 euro al Megawattora. Gli aumenti in bolletta dunque sono dovuti ad altri fattori amministrativi, gestionali di mercato, in larga parte anche speculativi. Ma dunque fa bene Mario Draghi a cercare una buona intesa con la nazione nordafricana. I prezzi doganali sono stati resi noti al Parlamento dell’Agenzia delle Dogane.
Il gas russo invece alla dogana quanto costa? 18,96 euro. Arriva dal Tarvisio. Ma continuerà ad arrivare? Incognita. E, ad essere schietti, forse anche il nostro governo si augura di poterlo avere tutt’ora; poichè ancora non è pronto a rendersi totalmente indipendente dalle forniture di Mosca. Il divorzio dovrebbe concretizzarsi nel 2023, come spesso osservato dal ministro Roberto Cingolani. Il quale ha spesso detto che non si preoccupa tanto per quest’inverno, ma più dei possibili inconvenienti di quello del 2023. Ci sono tutti i presupposti per un autunno caldo. E non solo per le temperature attuali.