Esteri
Equilibrium: a Roma Festival geopolitica e relazioni internazionali
Di Mattia Silvestri
“Equilibrium” è il titolo della quarta edizione del Festival di geopolitica e relazioni internazionali, che si è tenuto ieri a Roma. Organizzato da UNINT (Università degli Studi Internazionali) in partenariato con il Centro Studi Geopolitica.info, SIOI (Società italiana per l’organizzazione internazionale) e in collaborazione con Edison. Il Festival si inserisce all’interno del Festival dello Sviluppo Sostenibile.
Mediterraneo allargato al centro delle attenzioni internazionali
La geografia del Mediterraneo allargato è ben descritta dagli stretti e golfi che lo caratterizzano: Dardanelli e Bosforo, Gibilterra e Golfo di Guinea, Suez. Luoghi che oggi danno un’idea immediata di come, in questa fase di crisi internazionali e ri-globalizzazione, la regione mediterranea fatichi molto ad essere caratterizzata da equilibrio politico e stabilità. Ma rappresenta comunque una grande opportunità per la comunità internazionale.
Di Mediterraneo allargato hanno parlato nella sessione Medal del Festival Ruth Hanau Santini, Professoressa all’Università di Napoli “L’Orientale”, Simone Nisi, Direttore Affari Istituzionali di Edison e Paolo Bozzacchi, giornalista di The Watcher Post. Con la moderazione del Professor Gabriele Natalizia, della “Sapienza” di Roma.
La crisi energetica
Simone Nisi: “La crisi energetica del 2020-2021 ha mostrato tutte le criticità ataviche delle infrastrutture energetiche del Mediterraneo allargato. E’ stata una gestione internazionale della crisi piuttosto complessa, che ha comunque ribadito la centralità energetica dell’area. L’energia resta comunque uno strumento naturale di cooperazione internazionale”.
L’insicurezza alimentare
Ruth Hanau Santini: “Siamo di fronte ad una weaponization dell’insicurezza alimentare. Il 70% delle persone che soffre la condizione di insicurezza alimentare vive in contesti di insicurezza militare. Oltre 50 milioni di persone in Africa centrale e occidentale soffre pesantemente la fame”.
L’ambizione e i rischi potenziali del Piano Mattei
Paolo Bozzacchi: “L’Africa raddoppierà la sua popolazione entro il 2050 raggiungendo i 2,5 miliardi, circa un quarto della popolazione mondiale. Il Piano Mattei messo a terra dal governo Meloni è ambizioso e innovativo. Ambizioso perché punta ad ingaggiare l’Unione europea e le istituzioni finanziarie internazionali, così come il settore privato, indispensabile per il suo successo. Innovativo perché considera l’Africa partner strategico e punta ad una collaborazione tra pari. L’Africa offre un enorme potenziale in termini di capitale umano e delle materie prime. Il 60% delle terre e dei metalli rari sono in Africa, così come il 60% delle terre arabili globali è in Africa. Ad oggi i limiti del Piano Mattei sono: la portata dei finanziamenti (5,5 miliardi), la durata (4 anni), il coinvolgimento dell’UE, dell’Unione Africana e delle Istituzioni finanziarie internazionali da costruire in tempi brevi.