Esteri

Damasco cambia volto: cosa accade dopo la caduta di Assad

14
Dicembre 2024
Di Beatrice Telesio di Toritto

Bashar al-Assad non è più al potere. Dopo oltre un decennio di guerra e un regime che sembrava inamovibile, i ribelli di Hayat Tahrir al-Sham (HTS) hanno preso Damasco in un’operazione lampo, costringendo Assad a rifugiarsi a Mosca con la sua famiglia. Le immagini di statue abbattute e folle in festa hanno fatto il giro del mondo, simboli di una popolazione che vede nella caduta del regime una possibile rinascita. Ma dietro l’entusiasmo si celano domande cruciali: cosa accadrà ora dentro la Siria e quali ripercussioni si avranno nella regione? All’interno del Paese, il nuovo governo provvisorio dovrà affrontare sfide immense. La Siria è devastata, con un’economia al collasso e milioni di cittadini costretti a vivere da rifugiati o sfollati interni. Le rivalità etniche e religiose, dal nord curdo alle roccaforti sunnite, rischiano di rendere impossibile un processo di riconciliazione. L’eredità del regime di Assad ha lasciato un terreno fertile per il ritorno di estremismi come l’ISIS, mentre le numerose milizie armate rappresentano una minaccia concreta per la stabilità. Sul piano regionale, la caduta di Assad è un terremoto geopolitico. L’Iran, alleato storico del regime, vede ridimensionata la sua influenza, mentre Israele, preoccupato da una possibile espansione di gruppi ostili, ha già intensificato la sua presenza nell’area. La Turchia, dal canto suo, potrebbe approfittare del caos per consolidare il suo controllo nel nord del Paese, mentre la Russia, pur avendo garantito asilo ad Assad, rischia di perdere il suo ruolo di potenza mediatrice nella regione. Anche l’Occidente si trova in una posizione delicata. Gli Stati Uniti e l’Europa sostengono ufficialmente una transizione democratica, ma temono che l’instabilità possa trasformare la Siria in un nuovo terreno di scontro tra fazioni rivali. Nel frattempo, l’emergenza umanitaria rimane drammatica, con le Nazioni Unite che denunciano milioni di persone lasciata di assistenza. Dopo anni di guerra, la popolazione sogna la pace, ma il rischio che il Paese diventi un altro esempio di transizione incompiuta è più che reale: la sfida è appena cominciata.

Passando all’Europa, la giornata di ieri è stata dominata dalle attese dichiarazioni della presidente della BCE, Christine Lagarde, che hanno segnato un momento cruciale per l’economia dell’Eurozona. Lagarde ha aperto alla possibilità di un taglio dei tassi di interesse nel prossimo futuro, segnando un cambio di rotta rispetto alla linea dura mantenuta negli ultimi mesi. “L’inflazione sta finalmente dando segni di rallentamento, ma la crescita economica è ancora debole,” ha spiegato, sottolineando che l’obiettivo principale rimane quello di sostenere una ripresa economica equilibrata. La BCE sembra pronta ad allentare la pressione sulle famiglie e le imprese europee, ma le sue mosse future dipenderanno dai dati economici dei prossimi mesi, inclusi quelli legati all’occupazione e al commercio. 

E poi c’è Atreju, il tradizionale appuntamento politico del centrodestra italiano, che quest’anno ha avuto luogo in una Roma teatro di dibattiti e incontri. L’evento, che è ormai un simbolo della destra giovanile, ha visto interventi di rilievo, specialmente durante le giornate di giovedì e venerdì. Tra i momenti salienti, il discorso del presidente del Consiglio, che ha rilanciato l’agenda conservatrice con promesse su lavoro, famiglia e sicurezza. “La famiglia è il cuore pulsante della nostra nazione e dobbiamo proteggerla e sostenerla con ogni mezzo,” ha dichiarato, suscitando applausi dalla platea. Oltre ai discorsi dei leader, Atreju ha ospitato tavole rotonde su argomenti di grande attualità, come il futuro del lavoro, l’intelligenza artificiale e la sicurezza energetica, attirando esperti e rappresentanti della società civile.

Un altro elemento che ha caratterizzato questa edizione è stata la presenza di delegazioni internazionali, a conferma del tentativo del centrodestra italiano di rafforzare le sue alleanze europee e globali. La giornata di venerdì ha visto incontri bilaterali con rappresentanti di altri partiti conservatori europei, alimentando speculazioni su possibili strategie comuni per le elezioni europee del prossimo anno. 

Articoli Correlati

Ruffini
di Redazione | 14 Dicembre 2024

Ne sentivamo il bisogno