Esteri

Cosa aspettarsi dalla visita della Presidente von der Leyen negli Usa

08
Marzo 2023
Di Diana Adly

Questa settimana, tutti gli occhi sono puntati sulla visita della Presidente dell’Esecutivo europeo von der Leyen negli Stati Uniti. Dopo una prima tappa di tre giorni in Canada, la Presidente della Commissione vola oggi a Washington. Il programma prevede una serie di incontri di alto livello mercoledì 8 e giovedì 9 marzo, e un incontro con il Presidente Joe Biden venerdì 10 marzo.

Il supporto all’Ucraina e l’energia sono sempre in cima all’agenda delle priorità occidentali. Come anticipato dal comunicato stampa della Casa Bianca, le discussioni si concentreranno sulla “forte cooperazione tra Stati Uniti e Unione europea per sostenere l’Ucraina e sul coordinamento Usa-Ue per combattere la crisi climatica attraverso investimenti strategici in tecnologie pulite basate su catene di approvvigionamento sicure”. I leader faranno anche il punto sulla task force congiunta sulla sicurezza energetica dell’Europa, istituita un anno fa, che ha aiutato l’Ue a ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili russi e ad accelerare la sua transizione verde. Discuteranno anche di altre sfide relative alla sicurezza internazionale, tra cui il “lavoro comune per affrontare le sfide poste dalla Repubblica Popolare Cinese”.

L’esito della visita potrebbe però rivelarsi sorprendente. Le discussioni verteranno principalmente sul maggiore coordinamento Ue-Usa in relazione all’Inflation Reduction Act (Ira) statunitense, il piano dell’Amministrazione Biden per combattere l’inflazione che preoccupa Bruxelles per le sue possibili conseguenze protezionistiche e che, per questo motivo, ha causato forti reazioni da parte dell’Ue nei confronti degli Usa.

Mentre l’Esecutivo europeo sta finalizzando il “Net-Zero Industry Act”, uno dei pilastri della risposta dell’Ue all’Ira per rafforzare la competitività dell’industria europea, che sarà presentato martedì 14 marzo, la Presidente von der Leyen discuterà (e forse annuncerà) un accordo con i partner transatlantici per poter risolvere gli aspetti “discriminatori” e protezionistici dell’Ira.

Infatti, le estese agevolazioni e i crediti fiscali dell’Ira a sostegno della produzione manifatturiera di tecnologie sostenibili e della domanda dei beni prodotti costituiscono misure “Buy American” che rischiano di provocare una fuga delle imprese dall’Ue per beneficiare di sussidi e sconti fiscali americani. Per evitarlo, gli Stati Uniti potrebbero fornire concessioni all’Unione europea in ambito commerciale. Tuttavia, è necessaria una cornice giuridica per poterle giustificare e per poter permettere agli Stati Uniti di non dover fare le medesime concessioni al resto del mondo (come previsto dalla clausola della nazione più favorita dell’Organizzazione mondiale del commercio).

Questa necessità è stata spiegata a gennaio proprio dal Segretario al Tesoro americano, Janet Yellen: l’idea è quella di raggiungere un “accordo di libero scambio limitato” con l’Ue che non richieda l’approvazione del Congresso statunitense. Lo scopo dell’accordo sarebbe quello di concedere all’Ue uno status equivalente a quello di un partner americano di libero scambio, che contribuirebbe, per esempio, a rendere i veicoli elettrici prodotti in Europa ammissibili ai crediti d’imposta previsti dall’Ira. Mentre gli Stati Uniti hanno accordi di libero scambio con 20 Paesi, tra cui i vicini Canada e Messico, i negoziati con l’Unione europea non sono mai andati a buon fine: basti ricordare le discussioni sul Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip), i cui negoziati fallirono a seguito dell’opposizione dell’opinione pubblica europea e dell’elezione di Donald Trump.

Le negoziazioni tra Bruxelles e Washington, in corso ormai da settimane, potrebbero ora arrivare a un punto di svolta con la visita della Presidente von der Leyen a Washington. Le due parti potrebbero finalmente raggiungere un’intesa di principio su questioni quali l’accesso a materie prime critiche, la manodopera e la sostenibilità, con l’obiettivo di negoziare i testi definitivi in poche settimane. 

Articoli Correlati

di Alessandro Caruso | 23 Novembre 2024

Elezioni, nomine e sentenze