Esteri

Convention di Chicago, i punti chiave del Partito Democratico

22
Agosto 2024
Di Gianni Pittella

La convention nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti ha avuto inizio lo scorso 19 agosto a Chicago. Questo evento rappresenta un’importante occasione politica in vista delle elezioni presidenziali del 5 novembre 2024, con Kamala Harris già designata come candidata presidenziale. Il programma elettorale dei Democratici per le elezioni presidenziali americane del 2024 si concentra su due pilastri fondamentali: un’economia rigenerata dal basso verso l’alto e un’America leader nel mondo, impegnata a contrastare l’autoritarismo e a promuovere la democrazia. Numerose sono le implicazioni per l’Europa.

I Democratici si propongono di portare avanti il programma del presidente uscente Biden, che mira a rilanciare l’economia americana attraverso investimenti massicci in infrastrutture, industria e capitale umano. Il focus è sul rilancio del settore manifatturiero, con il ritorno di catene di approvvigionamento e la creazione di posti di lavoro qualificati, molti dei quali nel settore delle energie rinnovabili. La proposta economica democratica si basa su un’idea di giustizia fiscale: aumentare le tasse sui grandi patrimoni e sulle aziende per finanziare una serie di interventi, tra cui l’abbassamento del costo della vita, l’aiuto alle famiglie, la lotta alla povertà, la protezione dell’ambiente, il sostegno alle aree rurali. Dal punto di vista economico, quindi, ci sarà una continuità con l’amministrazione Biden, che, con l’Inflation Reduction Act, ha riportato in auge la politica del sostegno pubblico all’economia, seppur limitata a un determinato ambito, quello della transizione ecologica, con la conseguenza di favorire l’impresa americana rispetto ai competitor esteri, in chiave protezionistica. L’atteggiamento protezionistico accomuna i programmi elettorali di entrambi i candidati, mentre le differenze si riscontrano sul livello di spesa pubblica e di stato sociale.

Dal punto di vista della politica estera, i Democratici si propongono di riaffermare il ruolo degli Stati Uniti nel mondo, ribadendo il loro impegno per la democrazia, i diritti umani e il multilateralismo. Il programma si basa sulla convinzione che la sicurezza americana sia direttamente connessa alla sicurezza dei suoi alleati e alla stabilità globale. I Democratici sostengono un’azione forte e determinata per contrastare l’aggressione russa in Ucraina, garantendo agli ucraini il sostegno necessario per difendere la loro sovranità. Si punta a rafforzare la NATO e a promuovere una cooperazione più stretta con l’Unione Europea per affrontare le sfide comuni, dalla competizione con la Cina alla gestione dei flussi migratori. Nell’indo-pacifico mirano a rafforzare la presenza militare americana nella regione e a consolidare le alleanze con Giappone, Corea del Sud e Australia, contrastando l’espansione cinese, senza cercare un conflitto diretto. In Medio Oriente i Democratici sostengono la soluzione a due stati per il conflitto israelo-palestinese e si impegnano a lavorare per una pace duratura nella regione, promuovendo la normalizzazione dei rapporti tra Israele e i paesi arabi. Si punta anche a contrastare l’influenza iraniana nella regione. Infine, in Africa puntano a rafforzare le partnership economiche e politiche con i paesi del continente, promuovendo lo sviluppo sostenibile e il rispetto dei diritti umani.

Dal punto di vista della politica estera, il programma elettorale dei repubblicani è più vago, non menzionando mai l’Ucraina e proponendo un’alleanza più stretta con Israele, ma senza indicare il futuro del Medio Oriente. Una vittoria dei democratici significherebbe quindi un sostegno rinnovato all’Ucraina e un ruolo più attivo dell’amministrazione americana nel ricercare la pace in Medio Oriente attraverso il negoziato. La vittoria repubblicana, al contrario, potrebbe comportare un atteggiamento più isolazionista nel teatro europeo, con la richiesta ai paesi membri della NATO di incrementare i propri contributi nazionali e un progressivo disimpegno nei confronti dell’Ucraina.

Nel programma democratico non mancano, ovviamente, i tanti temi di politica interna, che vedono una più marcata contrapposizione con la piattaforma politica del partito repubblicano.
Noi Europei, nel guardare alle elezioni americane, dovremmo quindi prestare particolare attenzione alla politica estera, perché lì si giocano le principali differenze tra i due candidati e le conseguenze che avranno sul nostro continente.

Articoli Correlati

Trump dazi
di Giampiero Gramaglia | 21 Dicembre 2024

Usa 2024: +46, shutdown sventato, Trump mette titoli in un trust

di Alessandro Caruso | 21 Dicembre 2024

Manovra e Consiglio Ue. Il 2024 fa sperare nella pace

Giorgia Meloni
di Redazione | 20 Dicembre 2024

Letterina a Giorgia