Esteri

Consiglio europeo, altro sì al sostegno di Kiev e al processo di pace «giusta»

20
Marzo 2025
Di Giampiero Cinelli

Il Consiglio europeo ha ribadito il proprio impegno nel sostenere l’Ucraina e nel contribuire al processo di pace. Nelle conclusioni approvate da 26 capi di Stato e di governo su 27, senza il voto dell’Ungheria, si sottolinea che l’Unione europea e i suoi Stati membri «contribuiranno al processo di pace, per aiutare ad assicurare una pace giusta e duratura, che sia nell’interesse dell’Ucraina e dell’Europa nel suo insieme».

Dal vertice non sono però emersi ulteriori dettagli sull’articolazione del piano di riarmo, sul quale è probabile ci si aggiornerà a maggio o anche dopo il vertice Nato di giugno. Il Pacchetto Difesa dipende dalla questione del debito comune e va in ogni modo discusso anche con il Regno Unito, con cui ci sarà un tavolo nei prossimi mesi. L’Ungheria sembra non essere in linea e ha criticato anche la prospettiva, gradita dai membri del Consiglio, di far aderire l’Ucraina all’Unione Europea entro il 2030.

Il Sostegno Militare all’Ucraina
I leader europei hanno discusso della situazione in Ucraina e si sono confrontati con il presidente Volodymyr Zelensky, collegato dalla Norvegia. Il testo delle conclusioni è «fermamente sostenuto» da 26 capi di Stato e di governo dell’UE. Nel documento si ribadisce il sostegno «continuo e incrollabile» a Kiev e si sottolinea che l’Unione mantiene il suo approccio «pace attraverso la forza», volto a mettere l’Ucraina nella «posizione più forte possibile». Un elemento «essenziale» di questa strategia è rappresentato dalle «robuste capacità militari e di difesa» del Paese.

L’UE, quindi, resta «impegnata a fornire ulteriore sostegno all’Ucraina e al suo popolo» affinché possa esercitare il proprio «diritto all’autodifesa». Inoltre, i leader europei hanno riaffermato il loro «sostegno ad una pace giusta e completa, basata sui principi della Carta delle Nazioni Unite e sul diritto internazionale», accogliendo «con favore i principi delineati il 6 marzo scorso, che dovrebbero guidare i negoziati di pace».

Il Consiglio europeo ha anche accolto positivamente la dichiarazione congiunta tra Stati Uniti e Ucraina, «inclusa la proposta di cessate il fuoco», nonché la ripresa della condivisione delle informazioni di intelligence tra i due Paesi. Infine, i leader hanno chiesto alla Russia «di mostrare una vera volontà politica di porre fine alla guerra».

Zelensky e il Programma ReArm Europe
Nel suo intervento in videocollegamento al Consiglio europeo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso l’auspicio che il programma ReArm Europe «inizi a funzionare il prima possibile». Ha dichiarato: «Sarebbe giusto che il programma ReArm Europe iniziasse a funzionare il prima possibile, è un’iniziativa molto utile e lungimirante. Continuate a sviluppare le vostre industrie e la vostra ricerca».

Zelensky ha sottolineato che «l’Ucraina ha una tecnologia efficace e moderna, soprattutto nei droni e nella guerra elettronica, che può giovare a tutta l’Europa e ai nostri partner globali». Inoltre, ha accolto con favore la proposta dell’Alta rappresentante dell’UE Kaja Kallas di destinare 5 miliardi di euro per le munizioni a Kiev. «Abbiamo bisogno di fondi per i proiettili di artiglieria e apprezzeremmo molto il sostegno dell’Europa con almeno 5 miliardi di euro il prima possibile. Sono necessari investimenti nella produzione di armi sia in Ucraina che nei vostri Paesi. L’Europa ha bisogno di indipendenza tecnologica, anche nella produzione di armi. Tutto il necessario per difendere il continente dovrebbe essere prodotto qui in Europa. Dobbiamo lavorare insieme per questo», ha affermato Zelensky.

Crosetto: «Decisioni da prendere, non un incontro tecnico»
Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha sottolineato la natura politica dell’incontro, affermando: «Qui non c’è un ordine del giorno da votare, ci sono decisioni da prendere, da condividere, percorsi da definire. È un incontro molto politico, non è un incontro tecnico».

Rispondendo alle domande sulla posizione della Lega, Crosetto ha chiarito: «Penso che non ci sia nessuna questione politica e nessun cambio nella strategia e nella necessità di costruire una difesa nazionale, integrandola in quella NATO e in quella europea. Il fatto che viviamo tempi nei quali purtroppo per tutti noi è necessario rafforzare la difesa è una cosa che hanno capito tutti e tutti condividono».

Secondo il ministro, esiste «una discussione tecnica legittima» sul finanziamento della difesa e sulle modalità di indebitamento degli Stati, affinché l’aumento delle spese militari non vada a discapito di altri settori. «E c’è l’idea di un’Europa che può agire in due modi da questo punto di vista: o con una visione come il Covid in cui dice ai Paesi: ‘Va bene, su questo punto specifico non faccio calcoli di nessun tipo’; o quella che invece lascia alle scelte nazionali l’impegno di chiedere all’Europa l’esclusione», ha concluso Crosetto.

Il colloquio tra Tajani e Šefčovič sui dazi
A margine del Consiglio europeo, il Ministro degli Affari Esteri italiano, Antonio Tajani, ha incontrato il Commissario europeo per il Commercio, Maroš Šefčovič, per fare il punto sulla strategia europea in materia di dazi e tariffe, anche alla luce delle recenti misure statunitensi. Durante l’incontro, Tajani ha ribadito la necessità di uno stretto coordinamento a livello europeo per evitare un’escalation e per mantenere aperto il dialogo con Washington.

Šefčovič ha informato che la Commissione europea ha deciso di posticipare a metà aprile l’entrata in vigore di alcuni dazi europei adottati in risposta alle misure statunitensi su acciaio e alluminio. Entrambi hanno concordato sull’importanza di un «approccio costruttivo e pragmatico» e sulla necessità di diversificare i mercati di sbocco per le merci europee, rafforzando gli accordi di libero scambio, come quello con il Mercosur.

Particolare attenzione è stata riservata anche alle relazioni con il Regno Unito, in vista del primo Vertice UE-Regno Unito previsto per maggio. Tajani ha illustrato in dettaglio la strategia italiana per rafforzare l’export verso i mercati emergenti, che sarà presentata ufficialmente domani a Villa Madama.