Esteri

Comunque la pensiate, prendetevi un po’ di tempo per ascoltare Trump

27
Marzo 2023
Di Daniele Capezzone

No, stavolta questa rubrica è meno “politica” del solito, o forse – al contrario – è addirittura politicissima. 

Comunque la pensiate, vi invito a ritagliarvi un po’ di tempo per ascoltare il comizio di Donald Trump a Waco, in Texas. Vi prego – almeno per un po’ – di dimenticare i vostri giudizi e pregiudizi. Ciò che intendo dirvi e l’esperimento che mi permetto di consigliarvi sono infatti del tutto indipendenti sia dalla vostra visione del mondo, sia dalle vostre opinioni di politica interna italiana, sia dai vostri desideri o speranze legati alla politica americana. Insomma, potete essere trumpianissimi repubblicani “Maga”, oppure repubblicani pro DeSantis (e dunque in prospettiva antitrumpiani), oppure democratici moderati, oppure democratici molto a sinistra scatenatissimi contro Trump. 

Ecco, qualunque sia il vostro orientamento, rimarrete letteralmente a bocca aperta (ammirati o spaventati, incuriositi o terrorizzati) davanti allo spettacolare mix di vero-falso-finto-verosimile (quattro nozioni diverse, eppure tra loro mescolabili con dosaggi variabilissimi a piacere) messo in campo da Trump. Il quale – sia detto per inciso – si conferma un performer eccezionale: roba da Silvio Berlusconi dei tempi d’oro, ma senza freni inibitori. 

Gli avversari esterni, politici e giudiziari, aggrediti apertamente, a volte derisi e a volte ammoniti. Gli avversari interni (repubblicani), passati e futuri, reali o potenziali, bollati come ingrati e traditori. I media fatti a pezzi (molto piccoli). La platea galvanizzata attraverso un concetto di efficacia potentissima: “Non ce l’hanno con me, ce l’hanno con voi”. Il pubblico indotto a tornare a casa pronto per una battaglia senza quartiere e con una promessa di riscossa (“Sarò la vostra giustizia, sarò la vostra vendetta”). Polarizzazione assoluta: buoni contro cattivi, senza sfumature, senza nuances. Linguaggio ultracomprensibile: non c’è singola parola che anche l’ascoltatore più semplice non colga e non senta come assolutamente chiara. 

Insomma, roba da far apparire come scambi tra educande quelli che, nei nostri talk-show, sono considerati “scontri duri”. 

Ecco, non fate finta di guardare da un’altra parte o di non aver compreso: quello che avete visto o vedrete in quel comizio è l’anticipazione di ciò che vedremo nei prossimi anni. Si può sostenere (da sinistra) che Trump si muova su un crinale pericolosissimo. Si può sostenere (da destra) che la sinistra raccolga ciò che essa stessa ha seminato, con campagne selvagge di demonizzazione condotte contro gli avversari. Scegliete voi, e – per una volta – non vi dirò la mia opinione. 

Sappiate però che in quel video c’è – nello stesso tempo – un frammento di futuro e anche il frammento di uno specchio: c’è quello che, senza rendercene bene conto, siamo già tutti, come elettori di destra o di sinistra. Indisponibili all’idea stessa di poter essere governati dagli “altri”, dai “nemici”.

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