Liz Truss, o meglio, la nuova Maggie Thatcher che però è rimasta in carica nel ruolo di premier per solo 49 giorni. Una figura controversa ma senza dubbio interessante dal punto di vista politico.
Una figura che molti in Regno Unito e altrove consideravano passata e dimenticata. Basti pensare al fatto che nei sondaggi l’ex PM ha raggiunto minimi di consenso più bassi di Boris Johnson al tempo del Partygate.
Eppure, come ricordato in un editoriale di John Crace sul Guardian, Liz Truss “deficita in abilità ma compensa in autostima di sé” e per questo ha deciso di non darsi per vinta.
Recentemente infatti Truss è tornata sotto le luci della ribalta con un’intervista sul Sunday Telegraph, reperibile sul sito web della stessa Onorevole, in cui racconta la sua prospettiva di quei maledetti 49 giorni.
In questo lungo memoriale, Liz Truss, come già aveva fatto in un’intervista a The Specator, punta il dito contro il deep state, accusandolo di non avere coraggio e di non uscire da un’ottica di ortodossia entro cui tutto resta congelato. Ma non solo. L’accusa viene mossa anche nei confronti del gruppo parlamentare conservatore di cui lei stessa ha “sottostimato la resistenza nell’agire verso tasse più basse e un’economia meno regolata”.
E proprio nei giorni scorsi a Londra, l’ex premier ha lanciato una nuova sfida all’esecutivo con Popular Conservative, abbreviato in PopCon, un movimento che mira a ristabilire i veri valori conservatori popolari nel Regno Unito. Lotta alla woke culture e all’ideologia ambientalista nonché taglio delle tasse e una linea più dura sull’immigrazione, tra cui l’uscita della Gran Bretagna dalla Convezione Europea dei Diritti dell’Uomo che oggi ostacola l’invio di richiedenti asilo in Rwanda.
Un movimento interno ai Tories, e non un partito, che strizza l’occhio a personalità come Nigel Farage, leader dello UKIP Party e oggi esponente di Reform UK, ma anche affine alle idee dell’ex presidente USA Donald Trump, di cui la stessa Truss è stata ospite alla Conservative Political Action
Conference tenutasi a Washington DC nei giorni scorsi. Nonostante l’impopolarità nazionale di Liz Truss, per l’attuale premier britannico, Rishi Sunak, questa rappresenta l’ennesima spina nel fianco.
L’esecutivo infatti, deve già affrontare il fantasma di Boris Johnson che ancora si aggira tra i corridoi del 10 di Downing Street, nonché la minaccia di una vittoria a valanga dei Labour alle prossime imminenti elezioni che potrebbero tenersi proprio nel 2024.