Esteri

Boris Johnson si dimette da leader Tory. Farà il premier solo fino ad ottobre

07
Luglio 2022
Di Paolo Bozzacchi

Bye bye Tories! Secondo quanto riporta la Bbc, Boris Johnson si dimetterà oggi dalla leadership dei Conservatori (Tories), con l’intenzione di continuare a guidare il Regno Unito con un mandato a termine, fino all’autunno. Quando ad ottobre si terrà il Congresso di partito. In questo modo Johnson consentirà ai Tories di avere tempo per nominare un nuovo leader, in grado di affrontare le sfide politiche del Regno che verranno.

Quindi intanto ne rimarrà soltanto uno? Continua infatti l’emorragia di membri dimissionari dal governo Johnson in Gran Bretagna, saliti a 53. Ultimi in ordine di dimissioni i ministri della Tecnologia, Chris Philip, delle Pensioni, Guy Opperman e il Ministro della Giustizia, James Cartlidge. Che hanno seguito i ministri per l’Irlanda del Nord, Brandon Lewis, per la Sicurezza, Damian Hinds, per la Scienza, George Freeman e del Tesoro, Helen Whately.

Ancora più scalpore sta facendo la richiesta di dimissioni di Johnson da parte del nuovo Cancelliere dello Scacchiere nominato da sole 36 ore, Nadhim Zahawi. «Questo non è sostenibile e andrà solo peggio: per te, per il Partito Conservatore e soprattutto per il Paese» ha dichiarato Zahawi via Twitter, «devi fare la cosa giusta: andartene ora». 

Boris Johnson «ha violato la fiducia che era riposta in lui. Ha bisogno di riconoscere che non ha più l’autorità morale per guidare. E per lui è finita». A dirlo ad Associated Press è Ian Blackford, leader del Partito nazionale scozzese (Snp), secondo il quale Johnson non può continuare perché il suo governo non ha nemmeno i ministri che si occupino delle normali attività del Parlamento dopo che così tanti si sono dimessi. Il futuro di Johnson rimane estremamente incerto: finora la maggior parte dei funzionari di Gabinetto è rimasta in carica, ma dimissioni in massa potrebbero rendere Johnson incapace di gestire un governo funzionante. 

Perché BoJo non molla subito tutto

Quella di Johnson non sembra semplice ostinazione. In un momento di forte critica pare abbia scelto la via della costruzione dell’immagine della vittima per consolidare il vecchio e acquisire nuovo consenso. D’altronde tra i dimissionari c’è già chi sta mettendo paletti al prossimo futuro della leadership dei Tories. È il caso dell’ex inviato al commercio, Backbencher Andrew Murrison, che ha precisato: «Nessuno di quelli che abbiano fatto la scelta attiva di restare nel governo dovrebbero prendere parte all’imminente gara per la leadership». Una picconata mica da ridere. Che qualcun altro ha piazzato in maniera ancor più “responsabile”. La procuratrice generale Suella Braverman ha dichiarato: «È tempo per il primo ministro di dimettersi» e annunciato che si candiderà per le elezioni per la leadership Tory senza dimettersi «perché la natura dell’incarico richiede presenza».