Esteri

Bce, riunione di emergenza per i titoli italiani

15
Giugno 2022
Di Giampiero Cinelli

Si è diffusa questa mattina la notizia che la Bce terrà oggi una riunione di emergenza per discutere delle forti vendite sui mercati del Btp italiano. Il Btp decennale infatti è arrivato al 4,17% di rendimento. Ai massimi degli ultimi anni. Decisamente un segnale di allarme per la sostenibilità delle finanze pubbliche dell’Italia. Molto probabilmente la turbolenza sui mercati è dovuta alla decisione della Banca Centrale europea di alzare i tassi d’interesse a luglio, ponendo fine alla politica dei rendimenti negativi e si lega al rialzo dello spread che in questi giorni sta

sfiorando i 240 punti base. Una reazione che ha anche un’altra lettura, se consideriamo che oggi la Fed, la Banca Centrale americana, ha anch’essa in programma un altro rialzo dei tassi d’interesse dello 0,75%, portando il costo del denaro all’1,5-1,75%. Per questo gli investitori potrebbero voler disfarsi dei titoli italiani per allocare le risorse oltreoceano. Ad ogni modo il Consiglio direttivo della Bce stava già discutendo il reinvestimento degli attuali guadagni derivanti dal programma del QE ed è protesa a combattere l’inflazione, che tuttavia non accenna a scendere (8,6% a maggio). Ecco perché la tensione finanziaria ha preoccupato i governatori delle banche centrali. Questa mattina le borse hanno aperto in rosso, il FTSE MIB -0,32% per poi risalire a +2,33%, lo Spread a 245,7 punti. L’euro però è in rialzo dello 0,6% rispetto a ieri, a 1,04 sul dollaro (dati delle ore 9:50).

IL CONSIGLIERE DI DRAGHI STORCE IL NASO

C’è chi però ha fatto notare che la decisione della Bce di alzare i tassi non sia oculata. A intervenire in un evento pubblico proprio il consigliere economico di Palazzo Chigi, il noto economista Francesco Giavazzi, il quale ha fatto notare che la nostra inflazione è dovuta ai costi del gas e non a un elevato livello della domanda interna. Ecco perché attaccare la domanda attraverso queste operazioni di politica monetaria non fa che rallentare l’attività economica in un momento in cui non sarebbe opportuno. «Lo spread e l’aumento dei tassi d’interesse ridurranno non subito, ma tra qualche mese, la domanda privata – ha sottolineato -. Noi non abbiamo un’inflazione da domanda come negli Usa ma abbiamo una inflazione legata al prezzo del gas. Quindi a fronte della riduzione della domanda privata dei prossimi mesi dobbiamo accelerare il Pnrr». Ulteriore soluzione sarebbe poi quella di contrastare l’aumento dei costi energetici, e il governo ci sta provando con i decreti d’emergenza dedicati alle fasce più deboli, ma soluzioni a lungo termine è difficile che diano i loro frutti adesso.

Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della Bce, ha detto ieri che «non ci deve essere alcun dubbio che, se e quando necessario, possiamo progettare e implementare nuovi strumenti per garantire la trasmissione della politica monetaria e quindi il nostro mandato primario di stabilità dei prezzi». Schnabel, tedesca, ha parlato durante un discorso alla Sorbona a Parigi ribadendo quanto già detto giovedì scorso ad Amsterdam dalla presidente Christine Lagarde.

Certamente una situazione delicata, soprattutto se teniamo conto del fatto che l’Italia stava facendo tutto il possibile per incanalarsi in un percorso di crescita. I bilanci pubblici avevano abbandonato l’idea dell’austerità e il costo di finanziamento del debito è ora inferiore al tasso di inflazione. Contestualmente si stanno approntando riforme strutturali in vari ambiti, Ecco perché la scarsa fiducia del mondo finanziario è una doccia fredda, che trae origine anche dal complicato contesto internazionale dovuto alla guerra in Ucraina. Ma il fantasma del debito periodicamente torna a tormentare il Paese e una soluzione non si troverà fin quando la crescita non tornerà ad essere consistente e duratura.