Esteri

Arabia Saudita e GCC al centro dell’agenda di USA e Russia

02
Giugno 2022
Di Mattia Silvestri

È l’Arabia Saudita il nuovo centro di gravità delle agende diplomatiche dei principali attori internazionali. Non solo perché da tempo Riyadh mantiene la leadership globale nella produzione ed esportazione di petrolio e questo è un fattore imprescindibile di attrazione di attenzione alla luce della gestione del conflitto in Ucraina basata sulle sanzioni alla Russia. Ma anche perché in questi giorni l’Arabia Saudita sta ospitando a Riyadh i vertici del Consiglio di Cooperazione dei Paesi del Golfo (GCC), che accoglie oltre all’Arabia Saudita, Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar ed Emirati Arabi. 

I Sauditi, va ricordato, hanno in essere partnership strategiche con tutti i principali attori internazionali, dagli USA alla Cina, dalla Russia all’India, così come con l’Unione europea.  

Lo stesso Presidente Joe Biden, secondo Associated Press che riporta da fonti interne all’Amministrazione US, starebbe organizzando una visita in Arabia Saudita per incontrare anzitutto il Principe Ereditario Saudita, Mohammed bin Salman, oltre ai vertici GCC (Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Emirati Arabi) e i leader di Egitto, Iraq e Giordania. La visita potrebbe precedere il viaggio di Biden di fine giugno in Europa, già in agenda da qualche settimana. 

Il momento che vivono i rapporti tra gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita non è dei migliori, e l’incontro Biden-MBS potrebbe essere un’occasione per rilanciare una partnership strutturata da decenni. La scorsa settimana il Segretario di Stato USA, Anthony Blinken ha sentito telefonicamente il suo omologo saudita, e la conversazione potrebbe aver accelerato l’organizzazione della visita in Arabia del Presidente degli Stati Uniti. L’impegno americano prodotto di recente sul dossier nucleare iraniano e il dialogo in essere sul conflitto in Yemen sono due fattori che rendono i presupposti della visita favorevoli. Così come i buoni uffici del Primo Ministro Britannico Boris Johnson e del Presidente francese Emmanuel Macron, entrambi espliciti con Biden sull’opportunità di lenire quanto prima i rapporti con l’Arabia Saudita.   

Ad agevolare la visita di Biden a Riyadh potrebbe aver contribuito la visita ufficiale tenuta martedì nel Regno da parte del Ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, che ha incontrato i vertici del GCC. Una visita lampo che non sembra aver prodotto i frutti sperati, visto che come riporta il Financial Times oggi, l’Arabia Saudita ha chiarito ai Paesi Occidentali che è pronta ad aumentare la produzione di petrolio se la Russia ne dovesse produrre significativamente meno a causa delle sanzioni.

Ma qual è la posizione ufficiale dell’Arabia Saudita sulla questione energetica legata al conflitto russo-ucraino? L’ha ben chiarita lunedì 30 maggio a NOVA l’Ambasciatore del Regno dell’Arabia Saudita in Italia, Malta e San Marino, Principe Faisal bin Sattam bin Abdulaziz Al Saud: “L’Arabia Saudita, in qualità di principale produttore ed esportatore di petrolio al mondo, ricopre un ruolo unico nell’industria energetica globale. Consapevole di questa responsabilità, il Paese si impegna a garantire la stabilità delle forniture e dei prezzi. Per quanto riguarda la crisi russo-ucraina, la situazione non può essere risolta semplicemente aggiungendo barili sul mercato, perché è noto che il problema della fornitura del gas è ben più urgente di quello del petrolio. Per quanto ne sappiamo, attualmente la fornitura di petrolio è relativamente stabile, non c’è carenza di petrolio. Il problema è rappresentato dai prodotti raffinati e questo dipende dalla mancanza di investimenti negli ultimi due anni nella capacità di raffinazione e nell’aggiunta di barili sul mercato”.

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