Economia
La guerra commerciale non scoraggia il turismo
Di Marina Lalli*
(*Articolo di Marina Lalli, presidente Federturismo, pubblicato su L’Economista, inserto de Il Riformista)
In un contesto internazionale in cui persistono incertezze economiche e tensioni geopolitiche, l’introduzione e l’applicazione di dazi commerciali rappresentano un fattore aggiuntivo di complessità che si ripercuote su diversi settori, incluso il turismo. Nonostante l’introduzione di potenziali dazi su beni e servizi, gli Stati Uniti al momento si confermano una meta turistica importante, con previsioni di arrivi internazionali pari a 77 milioni, un dato che suggerisce una certa resilienza del desiderio di viaggiare verso gli USA, nonostante le possibili ripercussioni economiche. L’interesse per i viaggi oltreoceano da parte di mercati strategici come l’Italia, la Spagna e la Francia rimane alto anche se è plausibile che i dazi possano incidere sui costi complessivi dei viaggi, ad esempio attraverso l’aumento dei prezzi dei voli, dei beni acquistati in loco o dei servizi turistici, potenzialmente modificando le abitudini di spesa dei turisti o la frequenza dei loro spostamenti.
La forte propensione al viaggio degli italiani, testimoniata dagli 11 milioni di partenze durante le vacanze pasquali e dalle previsioni per i ponti primaverili, indica una solida domanda di esperienze all’estero. Sebbene gli Stati Uniti rimangano tra le mete preferite, un aumento dei costi dovuto ai dazi potrebbe spingere alcuni viaggiatori a considerare alternative o a ridurre la durata o il budget dei propri soggiorni. L’Osservatorio EY Future Travel Behaviours ha rivelato dati particolarmente incoraggianti riguardo alle intenzioni di viaggio degli italiani anche per la prossima estate. Ben il 90% degli intervistati ha dichiarato di essere già pronto a pianificare le proprie vacanze estive e tra le destinazioni più ambite per la stagione calda, spiccano ancora una volta gli intramontabili Stati Uniti, seguiti dal Giappone.
Parallelamente, anche il mercato interno americano mostra segnali di vitalità, con molti cittadini che scelgono di esplorare le bellezze del proprio Paese, attratti dalla convenienza, dalla facilità di accesso e dalla possibilità di vivere esperienze autentiche e diversificate senza la necessità di affrontare lunghi viaggi internazionali.
Indubbiamente, sebbene il mercato turistico globale mostri segnali incoraggianti per il 2025, l’introduzione e la persistenza di dazi commerciali rappresentano un elemento di incertezza che potrebbe moderare la crescita prevista o alterare i flussi turistici. Le conseguenze potrebbero manifestarsi in un aumento dei costi per i viaggiatori, in una potenziale rimodulazione delle destinazioni preferite e in una maggiore attenzione al budget da parte dei consumatori. La resilienza del settore turistico e la forte domanda di esperienze di viaggio potrebbero in parte compensare questi effetti, ma è fondamentale monitorare attentamente l’evoluzione delle politiche commerciali e il loro impatto sul mercato globale del turismo.
